D’altra parte il comune di Parma ha stabilito che gli educatori possono lavorare massimo per il 50% del monte ore settimanale, metà dello stipendio, se va bene, (per rendere l’idea, con un contratto da 30 ore settimanali si percepisce uno stipendio di circa 1000 euro mensili, già di per sé molto basso, ammesso che si riesca a fare il 50% del monte ore perché non tutte le situazioni lo consentiranno, lo stipendio diventerebbe di 500 euro circa). In alcune scuole della città, i presidi, una volta appurata questa situazione, si sono dichiarati solidali con gli educatori e si sono rifiutati di sottostare a queste condizioni, talvolta interrompendo le riunioni di programmazione.
Alcuni comuni della Provincia, invece, riconoscono il monte ore totale agli educatori, ma vengono pagati solo per le ore effettivamente svolte, come un discount del sociale che abbiamo denunciato più volte, altri ancora riconoscono un’ora alla settimana per ogni bambino o ragazzo seguito, cosa quest’ultima davvero mortificante, come una specie di elemosina per il lavoratore.
E non mancano anche realtà in cui all’educatore non viene riconosciuto nulla. In ogni caso tutto ciò comporta una disparità di trattamenti per gli educatori che dipende dai territori, dalle cooperative, ed alle volte dalle singole scuole. Tutto questo nonostante nel decreto Cura Italia sia presente un articolo, il 48, che dá ai comuni la possibilità di pagare i servizi già a bilancio anche se non possono essere svolti a causa del virus. Ma che il Comune ha già rifiutato di recepire.
Nonostante tutto questo noi, come categoria, siamo consapevoli che le famiglie dei ragazzi e bambini che seguiamo sono in particolare difficoltà e per questo ci rendiamo disponibili a lavorare in telelavoro (in realtà molti di noi non hanno mai smesso di contattarli) ma dobbiamo avere le condizioni per farlo al meglio.
Chiediamo che ci venga pagato il pieno stipendio, come avviene per gli insegnanti, che oltre alle ore frontali vengano riconosciute quelle necessarie per la rimodulazione del nostro servizio, che non ci siano disparità fra colleghi che operano in scuole, territori e cooperative diverse, che ci sia data la possibilità, laddove possibile, di creare un progetto apposito di lavoro a distanza per i ragazzi che conosciamo e che seguiamo da tempo, per avere il pieno riconoscimento della nostra dignità di lavoratori e per le professionalità che da sempre mettiamo in campo! Per non dover elemosinare ore e stipendio a nessuno.
Vi chiediamo pertanto comprensione e supporto in queste nostre rivendicazioni per una maggior uguaglianza tra i nostri ragazzi, perché per ognuno di loro si possa costruire un pensiero condiviso e perché possano godere del diritto alla piena integrazione con l’attuazione da parte degli enti di tutti gli strumenti necessari che fino ad ora non gli sono stati riconosciuti (se non al 50%…quando va bene… ).
Nel concreto, potete aiutarci a denunciare pubblicamente la nostra situazione, parlandone con le famiglie, con la stampa, con la popolazione in generale. Voi presidi potete rifiutarvi di collaborare allo sfruttamento di lavoratori che sono già vessati in condizioni di normalità e che, con la crisi del virus, vedono aggravare la loro situazione. Potete chiedere al Comune che ci venga riconosciuto il monte ore totale, a prescindere dalle ore svolte.
Con un grande desiderio di esserci e di tornare presto a far parte dell’equipe delle nostre scuole vi salutiamo con affetto sicuri di avervi dalla nostra parte poiché sempre dalla parte dei nostri ragazzi.