Lettera aperta della Comunità italo-palestinese al Comune di Parma. Sabato 18 novembre nuova manifestazione per il cessate il fuoco

da La Comunità italo-palestinese parmense
Fotografia di Simona Spaggiari
Oggi, sabato 18 novembre si svolgerà a Parma una nuova manifestazione di solidarietà con il popolo palestinese e per il cessate il fuoco su Gaza. La partenza del corteo è prevista per le 15, con concentramento a piazzale Santa Croce. In vista di questo nuovo appuntamento la comunità italo-palestinese di Parma ha scritto una lettera aperta al Comune di Parma che pubblichiamo [ndr].
Noi della comunità palestinese di Parma, arrivati ora alla terza generazione (essendo molti di noi arrivati da decenni, ai quali si sono aggiunti studenti e dottorandi) in molti siamo cittadini italiani e i nostri figli e nipoti sono italo-palestinesi. Possiamo definirci Comunità di italo-palestinesi parmensi e apprezziamo la nostra città, Parma, medaglia d’oro al valore militare, decorata il 9 settembre 1947 per il sacrificio della sua popolazioni e per la sua lotta Partigiana.

Questa premessa per dire che i cittadini di Parma e provincia hanno sostenuto le nostre iniziative e manifestazioni in appoggio alle legittime aspirazioni del popolo palestinese contro questo malvagio genocidio che si sta compiendo a Gaza e in tutti i territori occupati.
Purtroppo le amministrazioni in questo periodo tragico risultano assenti per cui noi chiediamo un incontro al Sindaco e ai rappresentanti delle istituzioni della nostra città per porre alla loro attenzione alcune questioni.
Siamo innanzitutto sorpresi dell’assenza di una condanna e di una presa di posizione del Comune contro il massacro in atto in Palestina per mano di Israele.
Sappiamo che il Comune di Parma che, a partire dal suo Statuto “promuove una cultura della pace e dei diritti umani mediante iniziative culturali e di ricerca, di educazione e di informazione”, ha istituito un assessorato per la Pace.
Ci ricordiamo anche che già nel 2014 (a conferma del fatto che le violenze non sono iniziate il 7 ottobre) il comune aveva approvato, all’unanimità, un ordine del giorno in cui si chiedeva “al Governo Italiano una ferma condanna delle azioni belliche dell’esercito di Israele” e aveva deciso di esporre la bandiera della Palestina sul ponte delle Nazioni.
Un Comune attento al rispetto dei diritti umani e al diritto internazionale non può rimanere muto davanti alle atrocità quotidianamente perpetrate ai danni del popolo palestinese.
Per questo chiediamo al nostro Comune un ordine del giorno che condanni i bombardamenti, l’occupazione e il regime di apartheid verso il popolo palestinese.
Chiediamo poi al Comune, vista la sua partecipazione in Iren, di richiedere il recesso immediato dall’imbarazzante accordo della multiutility con Mekorot, azienda israeliana responsabile di violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale praticate privando dell’acqua la popolazione palestinese.
In che modo Iren e Mekorot stanno collaborando?
Come si sposa la responsabilità sociale di impresa di Iren con la collaborazione con una impresa che è responsabile dell’apartheid idrico nei territori occupati?
Vogliamo porre alla vostra attenzione anche un altro evento che si sta svolgendo in queste settimane e cioè il programma di conferenze dal titolo “Antisemitismo ed Antisionismo: conoscere per capire”, organizzate dalla Associazione Parmense per Israele che si sta svolgendo online in queste settimane e dal Comune patrocinato.
Il presidente dell’associazione Enrico Tate oltre ad invocare la presenza di ingenti forze di polizia alle nostre manifestazioni, pacifiche e partecipatissime, sostiene e condivide la pericolosa presa di posizione del ministro Validitara che considera le manifestazioni in sostegno alla Palestina un incitamento all’odio, arrivando a criminalizzare la solidarietà.
Il relatore della prima conferenza, invece, dirige un sito di propaganda dove vengono pubblicati contenuti ed articoli contrari alla tregua umanitaria, di attacco agli organismi internazionali che chiedono a Israele il rispetto del diritto internazionale, e che criticano le mobilitazioni definite “nauseanti”.
Pensiamo che proporre conferenze di questo tipo, patrocinate dal Comune, sia profondamente semplicistico e propagandistico e contribuisca ad alimentare la visione monolitica della questione, escludendo dalla narrazione il vero protagonista, il popolo palestinese.
Concludiamo dicendo che noi, e le cittadine e i cittadini che ci sostengono, c’eravamo ieri, ci siamo oggi e ci saremo anche domani.