Elezioni farlocche

di Cristina Quintavalla*

A Parma la competizione elettorale è al suo acme: ci si aspetterebbero scintille, scontri, risse. Invece no. Si sta compiendo il miracolo di una campagna all’insegna della concordia, della convergenza, della condivisione. Tutti i candidati a sindaco si dichiarano pacifisti, ambientalisti, femministi: vogliono la partecipazione dei cittadini al governo della città, intendono stringere patti di rappresentanza all’insegna della democrazia, del welfare, dell’ambiente, dei diritti per tutti/e.

Eccoli lì, alle Missioni estere a sottoscrivere tutti l’impegno a costituire un Assessorato per la pace (anche quelli i cui partiti a livello nazionale hanno votato per l’aumento della spesa militare e l’invio di armi in Ucraina) e l’accoglienza (anche quelli che hanno multato gli immigrati per mancanza di decoro, per accattonaggio o che li hanno lasciati privi di un ricovero in pieno inverno e in pandemia).

Eccoli lì, al Liceo Romagnosi, tutti in piedi con le mani alzate a dire che non vogliono l’aeroporto cargo, né il consumo di suolo. Non si capisce più chi lo voleva. Forse è morto o emigrato altrove.

La verità è un’altra, che non ci piacerà.

Come è noto, si possono vincere le elezioni andando contro l’inceneritore, gridando addirittura nella pubblica piazza: “Dovrete passare sul mio corpo e su quello di Pizzarotti, prima di avviare l’inceneritore” (Grillo, giugno 2012), e pochi mesi dopo non solo non lasciarsi asfaltare il corpo, ma fare entrare l’inceneritore in funzione, addirittura lasciar bruciare i rifiuti provenienti da altre città per aumentarne la capacità termica e con essa i profitti di IREN.

Una motivazione per disattendere gli impegni elettorali si trova sempre. Forse è a questo che è funzionale la politica dominante: a svolgere l’esercizio della contraffazione.

Il potere economico comanda, i politici (quelli più abili, naturalmente) sono chiamati a produrre le giustificazioni degli ordini ricevuti, facendoli apparire utili all’interesse pubblico.

Lo aveva ben capito Platone, riflettendo sulla grave crisi politica della democrazia ateniese: la politica è una pratica empirica, che consiste in un potere che, posseduto, rende capaci di dominare sugli altri uomini e sulla città; serve a persuadere, a produrre parvenze, e attraverso lusinga e adulazione, acquisirlo e conservarlo. Ed infatti senza alcun rispetto per l’elettorato, i politici-ostaggio volteggiano da una sigla politica ad un’altra, senza battere ciglio. L’importante è svolgere i compiti e investire su se stessi, non importa sotto quale bandiera.

E allora ecco Costi che, da candidato alle primarie del PD (centro-sinistra) nel 2017 per la carica di sindaco, si ricandida nello stesso ruolo, ma per Civiltà parmigiana (centro-destra, quella di Ubaldi, per intenderci).

Vignali, esponente di Civiltà parmigiana prima, per la quale fu chiamato a svolgere il compito di assessore all’ambiente, e poi nel 2007 di Per Parma con Ubaldi, per la quale fu eletto a  sindaco, oggi si ricandida nella lista Vignali sindaco, sostenuta da Forza Italia, Lega e altre liste civiche.

Giampaolo Lavagetto, ex collega di Giunta di Vignali e candidato consigliere regionale nella lista civica della leghista Borgonzoni Presidente nel 2020, oggi si ripresenta con un’altra lista, Parma 2032, alternativa a quella di Vignali e priva del sostegno della Lega, che appoggia invece Vignali.

E che dire del cartello elettorale Insieme vince Parma, costituito da due forze politiche, di cui una, Effetto Parma, è stata al governo della città, e l’altra, il PD, è stata minoranza all’opposizione in Consiglio comunale?

Il miracolo della quadratura del cerchio è da attribuire al potente presidente della Giunta regionale, Bonaccini, che governa di fatto Parma attraverso Pizzarotti, almeno dal 2017, e che ha diretto attraverso un suo funzionario, in pianta stabile in città, le trattative per far convergere maggioranza e minoranza in un’unica lista.

Effetto Parma, da lista di transfughi del M5S, si è trasfigurato in una sorta di costola del PD regionale, sempre più evanescente e senza identità politica. Resta in piedi, giusto sino alla prossima candidatura di Pizzarotti, che non può essere lasciato nella sua nudità a trattare.

Come può un elettore/elettrice orientarsi in questo vorticoso marasma senza identità, senza idee riconoscibili, senza posizioni chiare e precise? In cui nessuna idea ha davvero un valore, per la quale valga la pena spendersi? In cui nessun patto con gli elettori sarà onorato?

Spesso ci chiediamo perchè il numero delle persone che non nutrono nessuna illusione nella possibilità di cambiare lo stato delle cose attraverso la scheda elettorale non accenna a diminuire. Wendy Brown mette in guardia proprio da questo disfacimento del demos, ad opera della rivoluzione invisibile del neoliberalismo.

Come orientarsi allora?

I politici-ostaggio, pur abili, lasciano tracce, spesso una puzza di danaro in giro per una città. Li riconosci nelle grandi, costose, dannose opere costruite o da costruire; li ritrovi nel reticolo selvaggio di favori, privilegi e clientele coltivate, nei vasti giri di corruzione messi in piedi con tanto impegno e dedizione, nell’uso delle risorse pubbliche per favorire interessi privati.

Li riconosci nel debito che è stato spropositatamente aumentato e trasferito sulle società partecipate, diventate uno strumento attraverso cui gestire in modo privato e senza controllo pubblico il danaro, le risorse, i beni che appartenevano alla collettività a beneficio di pochi.

Li vedi nelle privatizzazioni che sono state fatte: dell’acqua, dell’energia, dei rifiuti, dei servizi sociali, del patrimonio immobiliare pubblico, delle farmacie comunali, dei servizi di riscossione, dei servizi per i giovani, della gestione del personale…

Li ritrovi dietro le parole “decoro”, “sicurezza”, “ordine”, “controllo”, che nascondono un progetto di città escludente, marginalizzante, razzista e repressiva per tutti coloro – migranti, giovani, poveri – che sono “diversi”, trattati come vite di scarto, senza alcun valore. Lì li riconosciamo, non nelle parole che pronunciano in campagna elettorale. Capisci chi sono e quali interessi difendono.

Questo è il vero filo di Arianna da seguire per orientarsi: la politica ostaggio dei poteri economici. Parma ha la memoria corta? Non ve li ricordate? Impegnamoci tutti a rinfrescarle la memoria!!!

(continua….)

 

*Commissione di audit sul debito pubblico