Sfratto a Fidenza, botta e risposta tra il Comune e la Rete Diritti in Casa

da Rete Diritti in Casa

Andrea Massari, sindaco di Fidenza

Dopo il comunicato di denuncia della drammatica situazione che si trova ad affrontare la famiglia con tre minori a Fidenza, prima sfrattata poi allontanata dal residenza dove era stata collocata per emergenza, ci aspettavamo una qualche risposta concreta, invece è arrivata solo la risposta sgangherata del Sindaco di Fidenza Massari. Sfidiamo chiunque a trovare la differenza tra toni e contenuti del comunicato del sindaco Pd e quello che avrebbe potuto fare un qualsiasi sindaco leghista.

Lo stile tutto formale e riservato dei servizi sociali di Fidenza e dell’assessore Frangipane viene brutalmente frantumato dal Sindaco, che apre un fascicolo intero e lo sbatte sui giornali. Non è solo questione di privacy e di senso delle istituzioni. È anche questione di correttezza dell’informazione e di uso non distorto delle stesse. La famiglia in questione viene presentata come colpevole di tutte le nefandezze possibili, vengono riportati anche i chiacchiericci più inconsistenti per dimostrare che giustizia è fatta e che il Comune ha fatto bene a sbattere per strada, in piena emergenza Coronavirus, una famiglia con tre minori, colpevoli di essere poveri e in difficoltà. Il sindaco ha voluto calpestare la dignità di queste persone che sappiamo, invece, essere persone benvolute in città, una famiglia che sta cercando di sistemarsi dopo un momento di difficoltà e di pagare il dovuto.

Abbiamo in mano estratti conti Acer e versamenti. Il Comune fa tutto ciò per non ammettere di aver commesso un errore madornale nel portare a compimento lo sfratto, pur sapendo che la famiglia sarebbe comunque rimasta in carico, con spese per di più a carico della collettività. Anche pretendere che la famiglia ora possa pagare il residence, anche solo in parte, con il solo stipendio che si ritrova, è una assurdità: senza prospettare nessuna soluzione seria per il futuro, qualunque persona razionale può capire che sarebbero soldi gettati nel buco del gabinetto.

La famiglia ha presentato per iscritto al Comune circa 20 giorni fa l’unica proposta seria che si può avanzare in questa situazione: pagare tutto il debito con Acer per rientrare nella casa dove aveva vissuto finora e dove sono ancora tutti i mobili e gli oggetti d’uso quotidiano. Di questo naturalmente non fa cenno il Massari nella sua disquisizione giustizialista. La famiglia, inoltre, nel marasma dei problemi in cui è stata cacciata, rischia di perdere ora anche l’unica ancora di salvezza che rimane, lo stipendio del padre di famiglia. Infatti, essendo costretto a seguire le drammatiche vicissitudini legate all’alloggio, si trova costretto ad assentarsi spesso dal lavoro.

Vorremmo suggerire al sindaco e alla sua giunta di prendere atto che la questione abitativa si sta aggravando pesantemente per tante famiglie. In tanti non riescono più a pagare l’affitto e le bollette, avendo perso lavoro e reddito in conseguenza dell’emergenza Coronavirus. Invece di ergersi a sceriffo della situazione dovrebbe cominciare a pensare di dotarsi di qualche strumento in più per farvi fronte. Ci spiace per il sindaco, ma sempre più spesso i suoi residenti si presentano ai nostri sportelli e noi non ci tiriamo di certo indietro.