Esperti esterni a scuola, bravi ma calma!

di Marco Severo

Ciao, mi chiamo Cosimo detto Mimmo e faccio la prima media. Volevo condividere con voi, che mi sa che siete quasi tutti professori, una mia perplessità (dubbio, tipo). Ieri ho chiesto al prof se potevo andare in bagno. Sono andato in bagno, ho fatto la pipì e quando sono rientrato in aula non c’era più il prof ma un tizio con uno strano cappello che suonava una fisarmonica, tipo.

Ho guardato Saif il mio compagno di banco che ha sorriso, ha messo un po’ la testa tra le spalle e poi mi ha detto di sedermi. Quando mi sono seduto Saif mi ha raccontato che a un certo punto in pratica era entrato questo tizio tutto allegro che diceva “ciao raga ciao raga” e ha invitato tutti a iscriversi all’orchestra del paese.

“Ci risiamo” ho detto. “Zitto zitto” ha detto Saif, “che ti frega? Così il prof non interroga no?”. Allora io gli ho detto: “Per va bene, cioè nel senso”. Solo che appena ieri era venuto un altro signore che ci voleva fare iscrivere alla banda del paese. Questo signore che voleva farci iscrivere alla banda del paese era fissato con certi “ottoni” che mi sa che sono le trombe in pratica. Ci ha fatto anche soffiare dentro a una specie di mini-imbuto che ogni volta intingeva nell’Amuchina. Cioè due anni fa tutti con le mascherine… e adesso viene quello degli “ottoni” che ci fa sputacchiare nell’imbutino. Boh!

E comunque poi il tizio con la fisarmonica ci ha salutato dicendo “vi aspetto raga”. Allora il prof ha ricominciato a fare lezione. Stavamo leggendo un libro che mi piaceva un botto, un romanzo cioè un testo narrativo tutto intero e non quelli delle antologie. Infatti il prof ha detto che i manuali di scuola li possiamo lasciare a casa che sennò ci spacchiamo la schiena (eppure mentre andavo in bagno ho visto un signore con una specie di carriola che scaricava nell’aula degli insegnanti un mucchio di scatoloni pieni di manuali. Il signore era sudatissimo poveraccio, ma gentilissimo: diceva a tutti “buongiorno prof, le ho portato anche il libro facilitato per gli insegnanti” o una cosa simile, non so).

Comunque a voi prof che leggete questo blog (lo leggete vero?) volevo dire che dopo quello con la fisarmonica sono venuti gli alpini. Sono venuti proprio gli alpini vestiti da alpini! Ci avevano pure il cane con il collare con il simbolo degli alpini. Ci hanno detto che un giorno organizzeranno una giornata di sopravvivenza tipo. Intanto ci hanno spiegato come riempire i sacchi di tela con la terra in caso di tragedia. In pratica in caso di tragedia prendi i sacchi e niente, li riempi con la terra. Gli alpini erano simpatici e ci hanno detto “ciao bambini viva gli alpini viva l’Italia”. Noi abbiamo applaudito e il cane ha abbaiato e noi ci siamo tappati le orecchie e poi il cane voleva saltare sul banco di Gloria.

Comunque la tragedia è una cosa che ci dicono spesso. Anche il ministro ci ha mandato un libricino che dice che dobbiamo essere pronti in caso di tragedia. Il secondo giorno di scuola, infatti, abbiamo fatto subito una prova di evacuazione in caso di tragedia.

Appena dopo che erano venuti gli alpini, è entrata la bidella che ci ha portato i libricini sulla raccolta differenziata. I libricini erano fatti con la carta che pochi giorni prima avevamo buttato nella carta. Io ho ributtato il mio libricino nella carta. Ci ho fatto un disegnino, per riconoscerlo la prossima volta.

Uscita la bidella, proprio appresso è entrato un segretario per chiederci se volevamo iscriverci a un corso di teatro organizzato gratis dalla Pro Loco, oppure in alternativa al corso con un giornale che ci spiegherà come si fa un giornale (non dico il nome di ‘sto giornale perché l’anno scorso il giornale in questione si è arrabbiato per una mia battuta su TikTok e poi ha telefonato alla mia preside, alla mia maestra, al mio parroco e mi sa anche al padrino della mia cresima). Già che c’era, il segretario ci ha detto che vorrebbero tanto venire da noi, nell’ordine, anche:

  • un poeta
  • un cantante
  • un’azienda di laminati
  • uno storico
  • la protezione cani
  • la protezione gatti
  • la Protezione civile, in caso di tragedia
  • la psicologa
  • la sessuologa
  • la dietologa
  • l’orientatrice
  • Poltrone e sofà (no, scherzo, questo me lo sono inventato)

All’ultima ora, infine, hanno bussato due signori che indossavano una maglietta con scritto “Abbasso la plastica” che hanno detto “Abbasso la plastica, raga”. Poi ci hanno mostrato un video in cui loro piantano questi alberelli nel giardino di una scuola e, incredibile, giuro, gli alberelli li hanno piantati, cioè messi proprio sotto terra e tutto con dei vasetti di plastica!!

Saif si divertiva un sacco, la classe anche. Gioele lanciava l’acqua dalla borraccia, Giammaria faceva il dito a Jessica ma solo perché a lui gli piace Jessica. Michael ogni tanto sganciava e diceva “non sono stato io giuro”. Gloria era sbiancata, forse per gli sganciamenti di Michael forse per il cane degli alpini.

Il prof di Ita, poveretto, con tutta la gente che andava e veniva non ci capiva molto. Secondo me non va bene così. Cioè vorrei dire a tutti questi esperti “bravi ma calma!”. La scuola è iniziata neanche da un mese e ogni giorno arriva qualcuno a proporre un corso, un progetto, un’unità didattica, un “ottone”. Dicono che ne abbiamo bisogno ma io, a dirla tutta, ho un sacco di confusione in testa. La psicologa è importante perché sennò i bulli ci menano, la sessuologa pure sennò meniano noi alle donne, la raccolta differenziata è l’unico modo per salvare il pianeta sennò Greta s’incazza, l’orientatrice va ascoltata sennò sbagliamo scuola e poi s’incazza l’Invalsi.

Pensavo a tutte queste cose quando –  mentre il prof riprendeva a leggere il testo narrativo tipo, con il protagonista che si chiama come me e un giorno sale su un albero e manda tutti a girare – è venuto in aula uno scrittore e ci ha chiesto se vogliamo imparare a scrivere e a fare cose che, tanto, i prof non ci fanno fare perché – tra una cosa e l’altra – non ci hanno mai tempo.

Infatti mi sa che, alla fine, “Il Barone rampante” mi conviene leggermelo a casa da solo. Sempre se non c’è una tragedia.