da Centro studi movimenti
Dall’Oltretorrente al quartiere Montanara, in auto o in scooter, oggi ci vogliono pochi minuti, attraverso il ponte dei Carrettieri e via Po, ma quando nel 1929 furono costruiti i capannoni della Navetta quella zona era talmente distante e isolata dal resto della città che la gente iniziò a chiamarla Baia del re, facendo riferimento a una nota vicenda dell’epoca, quando nel 1928 l’esploratore Umberto Nobile era partito da un fiordo norvegese ‒ chiamato appunto “Fiordo del re” ‒ per tentare la transvolata del Polo Nord. Nell’immaginario popolare, quindi, la Navetta non era città, ma un posto lontano, quasi quanto il Polo nord.
In occasione del successo di interesse suscitato dalla mostra sui Capannoni allestita a palazzo del Governatore, e anche per rispondere alle domande consuete dei tanti visitatori ‒ dov’erano i capannoni? Cosa è rimasto di loro nella città di oggi? ‒, il Centro studi movimenti ha organizzato, per sabato 9 aprile, ore 17.00, una visita guidata sui luoghi che furono teatro della loro storia, da borgo Carra alla Navetta.
Partendo dalla chiesa di Ognissanti in via Bixio 113, i racconti di Margherita Becchetti, William Gambetta e Ilaria La Fata guideranno i partecipanti a ripercorrere la distanza che separava i capannoni dal resto della città, alla ricerca delle tracce delle migliaia di sfrattati che il regime fascista allontanò dall’Oltretorrente, per smembrare la coesione della comunità ribelle dei borghi e per ridisegnare la città in funzione di una pacificazione sociale indispensabile al consolidamento della dittatura.
Iniziativa nell’ambito della mostra I Capannoni a Parma. Storie di persone e di città (Palazzo del Governatore, 12 febbraio – 25 aprile 2022), a cura di Centro studi movimenti e Università di Parma, con il contributo del Ministero per i beni e le attività culturali e per il Turismo, della Regione Emilia Romagna e del Comune di Parma.