Alt(r)a bestialità

da Partito della Rifondazione comunista di Parma

Il sindaco Pizzarotti propone una stazione dell’alta velocità a Baganzola, a pochi chilometri da quella di Reggio e il timore di cadere nel ridicolo non lo sfiora minimamente. Ma c’è poco da ridere, perché sono pesanti i costi, in denaro e non solo: la zona di Baganzola non può essere gravata da un’altra struttura fortemente invasiva. Solo la Gazzetta di Parma supera il sindaco in audacia e addirittura esce con il titolo “alta velocità priorità assoluta”, ma è noto che, quando si tratta di difendere certi interessi, il quotidiano locale dimostra un coraggio indomito, tale da annullare ogni senso del pudore.
A questo punto tante altre città potrebbero rivendicare la propria stazione in “sinergia” con un’altra, secondo la formula inventata per dare una parvenza di normalità all’assurdo. Si giustifica questa bestialità argomentando che la Fiera lo richiede. Ma ogni territorio ha qualche specifica esigenza da sostenere e se ognuno pensa di avere priorità si scatena la rissa in nome del più becero campanilismo.

Non si tratta solo di campanilismo. Tanto il sindaco Pizzarotti quanto la Gazzetta di Parma, in questa occasione come nel caso dell’aeroporto cargo, rispondono alla chiamata dell’Unione Industriali per sostenere progetti che sono “priorità assoluta” per alcuni ma non per tutti. E quando si tratta di strade non si bada a spese: ecco allora che il sindaco associa all’idea della doppia stazione la proposta di “migliorare i collegamenti stradali tra la Fiera e il casello dell’A1”. Ma anche in questo caso esiste già una strada costruita recentemente e inutilizzata 350 giorni all’anno.

Sicuramente il denaro pubblico può trovare investimenti più utili: per restare nell’ambito dei trasporti, si potrebbe incrementare i mezzi pubblici che quotidianamente i comuni cittadini utilizzano per andare a scuola o al lavoro. E possiamo accontentarci di molto meno: prima ancora di graduatorie di utilità, è necessario evitare di spendere dei soldi per fare dei danni.

Per concludere, esiste anche una questione di metodo: con sorpresa i parmigiani hanno scoperto dal titolo della Gazzetta del 22 aprile che “Parma vuole l’alta velocità”; un titolo enfatico, al grido di “Dio lo vuole” si andava alle crociate. In realtà Parma (come Dio del resto) non è stata interpellata, e neanche il Consiglio Comunale.