La retorica della “grande” guerra nei monumenti di Parma

dal Centro studi movimenti

Dal 1919 il 4 novembre è la giornata dell’unità nazionale e delle forze armate, istituita per celebrare la giornata della vittoria dell’Italia, un anno prima, nel primo conflitto mondiale. Per il ministero della Difesa è un’occasione per celebrare «valori immutati nel tempo, per i militari di allora e quelli di oggi»; per alcuni prefetti un modo per parlare ancora della Grande guerra come “quarta guerra d’indipendenza”.

Se le istituzioni hanno guardato e guardano a questa giornata come a un momento di festa, di parate e di onore della patria, a molti la guerra ha spalancato ‒ e spalanca tuttora ‒ la sua dimensione di grande orrore e sofferenza, e non può più essere vista come un momento di “grandezza” dell’Italia e degli italiani, né come un’esperienza estrema ma positiva. I tanti monumenti e lapidi che la ricordano in ogni città ‒ e anche nella nostra ‒, sono stati progettati non solo per offrire alle famiglie degli oltre 600.000 morti un conforto e una giustificazione per la perdita dei propri cari, ma anche e soprattutto per costruire la memoria di una guerra “grande” che ne falsificava la realtà, nascondendone gli aspetti più violenti e assurdi.

Contro la retorica della guerra e del sacrificio eroico, guardando al 4 novembre come una giornata di lutto e non di festa, il Centro studi movimenti proporrà domani (lunedì 4 novembre), alle ore 18, l’itinerario urbano Da un fronte all’altro. Immaginari della Grande guerra a Parma. All’interno della XIII rassegna “Il rumore del lutto” (e con il sostegno di Ade Servizi onoranze funebri), William Gambetta e Ilaria La Fata racconteranno l’immaginario e le vicende legate ad alcune lapidi e monumenti dedicati al primo conflitto mondiale in città. Ritrovo presso il Monumento ai caduti di via Cavour (angolo via Melloni).