Pubblichiamo un appello, firmato da numerosi attivisti e intellettuali di Parma, per intitolare a Vincenzo Tradardi la sala conferenze del parco Bizzozero.
Già molto segnato dalla malattia, una ventina di giorni prima della sua morte Vincenzo Tradardi volle partecipare a un incontro pubblico organizzato dal “Comitato Salviamo la Costituzione”, contro le riforme costituzionali volute dal governo Renzi. In quell’occasione la lotta per la Costituzione significava difendere l’indipendenza dei poteri e il controllo tra essi, ma anche l’impianto egualitario, solidaristico, universalistico della nostra Carta, che si esprimeva nei diritti sociali garantiti e tutelati.
Ad uno di essi, quello alla salute, Tradardi dedicò il suo intervento quella sera di fine settembre 2016. Fu un intervento alto e nobile, che mostrò orgogliosamente come l’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) fosse stata la diretta traduzione dell’art. 32, posto in correlazione con gli artt. 2 e 3 della Costituzione italiana: garantiva prestazioni sanitarie uguali per tutti, indipendentemente dalle condizioni economiche, sulla base del principio secondo il quale tutti, in modo proporzionale al reddito, contribuivano a sostenere la sanità pubblica. Chi aveva più risorse doveva contribuire in modo maggiore, chi non aveva nulla non doveva dare nulla, sebbene tutti avessero diritto in egual misura alle medesime prestazioni, allo stesso trattamento a parità di bisogno, in qualsiasi momento in qualsiasi parte del Paese.
In quell’intervento Vincenzo denunciò le tappe del successivo processo di distruzione del servizio sanitario nazionale: una vera grande controriforma, passata attraverso il piano di aziendalizzazione della Sanità, la concentrazione di tutti i poteri in capo alle Regioni, che prima erano delegati ai territori dove operavano le Unità Sanitarie Locali, espressione dei bisogni reali dei cittadini, la decisione di istituire convenzioni coi privati, che in molte Regioni venivano concesse a man bassa.
La sua preoccupazione maggiore riguardava però il meccanismo di distruzione del SSN attualmente in atto: il definanziamento e depotenziamento della Sanità pubblica erano finalizzati a suo dire a sostenere la necessità di istituire una Sanità integrativa privata, offerta dalle grandi compagnie di assicurazione, i fondi finanziari, le banche, pronti a mettere le mani su un pacchetto di 115 miliardi di euro (spesa pubblica per la Sanità), cui vanno sommati i 35 miliardi di spesa in forma privata.
A questa drammatica deriva del SSN, Tradardi dedicò i suoi ultimi anni, organizzando instancabilmente convegni, denunce, assemblee. Quella sera del 26 settembre 2016 al termine del suo ultimo intervento in difesa della Sanità pubblica, Vincenzo si accasciò leggermente su se stesso e chiese al figlio di essere portato in ospedale. Il 19 ottobre 2016 sarebbe morto con grande dignità rispetto al male che lo straziava, come con grande dignità aveva vissuto la sua vita.
Per molti aspetti fece scelte che oggi potrebbero essere definitine assolutamente inusuali.
Sebbene avesse raggiunto ancora molto giovane posizioni di prestigio e di potere – aveva contribuito alla nascita del SSN, era stato nominato presidente della prima USL di Parma, era un dirigente del PCI, un consigliere comunale – non esitò a rinunciarvi quando maturò convinzioni politiche diverse. La critica degli apparati di partito burocratizzati, dell’imborghesimento del ceto politico, dell’inclinazione del suo partito a difendere l’ordine socio-economico esistente e la compatibilità con il sistema dominante, lo indusse a prediligere una militanza politica di base, spesa tra la gente, tra gli ultimi, dal basso, così come dal basso aveva iniziato il suo percorso politico, quando, giovane medico, si batté contro l’istituzione manicomiale e ne volle la chiusura.
Chi oggi sarebbe capace di simile coerenza? Chi rinuncerebbe a condizioni di privilegio e di potere?
Vincenzo è stato un gigante: capace di profonda analisi politica, interprete raffinato dei processi politici, ha visto prima degli altri talune svolte che si profilavano all’orizzonte. Ha denunciato le istituzioni negative, ne ha mostrato il carattere di controllo sociale, ha sostenuto un’idea di società in cui la diversità – sociale, economica, psicologica, di genere – fosse una ricchezza e in cui tutti avessero il diritto all’autodeterminazione della propria vita, ha smascherato convenzioni sociali, luoghi comuni, perbenismo borghese.
Ha intravisto la pericolosa deriva cui sarebbero approdate le grandi conquiste raggiunte negli anni ’70 del secolo scorso e si è battuto come un leone contro l’amaro calice delle privatizzazioni dei Servizi, dei beni comuni, delle partecipazioni statali, delle più sfacciate agevolazioni alle grandi imprese, alle banche, delle inutili e costose grandi opere, della devastazione dell’ambiente, dello smantellamento delle protezioni sociali e la esternalizzazione della riproduzione sociale, contro i tagli alle risorse destinate alle politiche di welfare.
Vincenzo Tradardi è stato un comunista e un uomo di sinistra. La sua vita ha conferito senso e valore all’appartenenza a quest’area politica, spesso vilipesa e mortificata da chi indegnamente ne ha occultato le più profonde aspirazioni alla giustizia, all’uguaglianza, al diritto ad un’esistenza buona per ogni essere umano.
Per queste ragioni rinnoviamo la richiesta all’Amministrazione Comunale di intitolare la Sala Civica di Via Bizzozero a Vincenzo Tradardi.
Hanno firmato:
Bruno Abati, Marcello Acquarone, Marco Alberici, Mario Amadei, Giuliano Amadei, Maria Amarù, Pasquale Apruzzese, Sergio Azzolini, Giovanni Bastoni, Gian Luca Belletti, Angela Bergonzi, Ennia Bertozzi, Rocco Caccavari, Eugenio Caggiati, Giovanni Caggiati, Renata Campani, Alberta Cardinali, Gianni Castellan, Nadia Cavalca, Enrica Chiari, Angelo Chiuri, Gugliemo Cordani, Tino Cozzi, Mauro Dazzi, Lucia De Cavalcanti, Bernadette De Rossi, Elisabetta Ferrari, Gianluca Ferrarini, Filippo Ferraroni, Fredinando Antonella Ghirardelli, Gradella, Franca Gonizzi, Grazia Loss, Meri Luciano, Alberto Mambriani, Gabriella Manelli, Lina Marchini, Marco Marucco, Franco Masini, Karin Munck, Sabrina Michelotti, Paola Modesti, Paolo Migone, Gianna Montagna, Aldo Montermini, Andreina Novari, Paolo Novari, Mauro Nuzzo, Rosanna Patrizi, Andrea Pavlidis, Roberto Pellegrini, Pietro Paolo Piro, Angela Proietto, Cristina Quintavalla, Elena Rampello, Maria Pia Ranza, Stefania Re, Maria Ricciardi Giannoni, Bruno Rossi, Emilio Rossi, Marcella Saccani, Giuseppe Saglia, Ermanno Salati, Abder-Razzaq Shihadeh, Roberto Spocci, Gianluigi Trianni, Antonio Varatta, Paola Varesi, Maurizio Vescovi, Daria Zini
E le seguenti associazioni:
Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI)
Centro Studi Movimenti
Centro Immigrazione Asilo e Cooperazione (CIAC)
Coordinamento per la Democrazia Costituzionale (CDC)
Coordinamento Pace e Solidarietà
Comitato di Lotta Antifascista Antimperialista
Movimento palestinese per la democrazia e la cultura Aljalia: Comunità palestinese di Parma