Viabilità Fiere: un’altra grande opera inutile

di Redazione

Si sono appena spente le luci sul Salone dell’industria 4.0, Mecspe, ma si sono subito accese le polemiche sulla viabilità e gli spazi di sosta presso il polo fieristico di Parma. Nei tre giorni della manifestazione abbiamo avuto il piacere di sopportare oltre quattro chilometri di coda sull’autostrada A1, code sulla Parma-La Spezia nei pressi dell’uscita Parma Ovest, lunghe file sulla via Emilia e su strada Vallazza. Per gli abitanti di Baganzola invece, è scattato l’obbligo di reclusione.

Uscire dalla frazione per andare a Parma, infatti, è stato un lusso concesso solo a pochi: la complanare, la strada che collega il casello dell’autostrada con la fiera, si è trasformata ben presto in un lungo serpentone fermo, immobile per ore, con le auto a motore acceso a godersi il sole della primavera. Nella carreggiata di destra al mattino, e in quella di sinistra la sera, con buona pace per l’inquinamento e le polveri sottili che rendono Parma uno dei capoluoghi più invivibili e a rischio di fermo veicolare.

Tutto questo, anziché far riflettere sulle conseguenze che si avrebbero per il traffico una volta costruito il grande Centro Commerciale nei pressi della Fiera e trasformato l’aeroporto Verdi in scalo merci, ha dato l’impulso ai vertici di Fiere Parma per reclamare altre aree verdi da trasformare in parcheggi e nuovi interventi sulla viabilità con relativa cementificazione. Si dovrebbe arrivare così nel giro di pochi anni a risolvere questo grave problema che mina la redditività di Fiere di Parma e di conseguenza di tutta la città!  Non appena il presidente di Fiere Parma, Gian Domenico Auricchio, ha paventato questo rischio, l’amministratore comunale Alinovi è subito intervenuto a difesa dei profitti delle Fiere. Secondo Alinovi, il Comune ha già pronto un piano di spesa milionario.

Per migliorare la fluidità del traffico si sta studiando un risezionamento del tratto stradale che conduce su via Europa e una bretella di collegamento con intersezione in rotatoria tra via Europa e la complanare, in modo da tagliare fuori il parcheggio scambiatore. L’altro punto critico individuato sarebbe l’intersezione tra strada Baganzola e la complanare, quella maledetta grande rotatoria che diventa un tappo inesorabile durante le manifestazioni fieristiche. Qui lo studio dell’Assessore propone un by pass (forse un altro ponte?) in grado di evitare un afflusso totale sulla rotatoria. Si dovrebbe poi procedere con l’allargamento della complanare da due a quattro corsie. Ma non finisce qui. Tutti questi interventi diventerebbero poco funzionali per non dire inutili, se non saranno accompagnati da misure di potenziamento della ricettività del parcheggio delle Fiere sia in termini quantitativi che di incremento degli accessi «altrimenti − afferma l’Assessore − è inutile rendere scorrevole la mobilità dal casello se poi le auto, giunte in prossimità del parcheggio fieristico, sono costrette a restare in coda». 

Un vero piano faraonico che comprende anche la predisposizione dell’espropriazione di terreni oggi ad uso agricolo. Una vera leccornia per i grandi costruttori di Parma, con Pizzarotti in testa, che già pregustano una sbornia di commesse, ma che pone seri dubbi su chi lo propone. Chi dovrà pagare tutti questi interventi? Lasciamo immaginare ai lettori la risposta. Noi ci limitiamo a rilevare quanto segue. Fiere di Parma ha in calendario solo tre manifestazioni in grado di generare un afflusso di veicoli come quello di questi giorni. Si tratta di Mecspe, che dura tre giorni, Cibus per quattro giorni ogni biennio e Salone del Camper solo per due week end. In totale fanno nove giorni all’anno. Per il resto il calendario fieristico prevede manifestazioni che non generano alcun problema di viabilità e i parcheggi esistenti presso il quartiere sono più che sovradimensionati rispetto alle esigenze. Quindi per il traffico generato in questi nove giorni all’anno, il Comune e la Regione, cioè noi cittadini, dovrebbero tirar fuori una montagna di quattrini e stravolgere tutta la viabilità a ridosso di Baganzola.

Forse, vista l’esiguità della durata del problema, si potrebbero studiare delle soluzioni di traffico e di aree di sosta alternative, meno demenziali di quelle approntate per Mecspe in questi giorni, che evitino di favorire i bilanci degli amanti del cemento e che tutelino di più la vivibilità della nostra città. Parma ha risorse, strutture e competenze adeguate a poterlo fare, senza dissanguare le casse comunali. L’assessore Alinovi non è d’accordo?