di Potere al popolo e Comunità palestinese di Parma

Verrebbe da ridere se non ci fosse da piangere. La stessa Laura Cavandoli che in Consiglio comunale, in occasione della discussione sul riconoscimento dello stato di Palestina non era consapevole nemmeno che i palestinesi avessero riconosciuto Israele già con gli accordi di Oslo. Una circostanza imbarazzante, ma che dà l’idea di quanta consapevolezza ci sia da parte dell’esponente leghista locale della questione palestinese. Eppure è proprio Cavandoli a esternare pubblicamente i suoi peana in quella che sembra una strategia di delegittimazione di un movimento che ha visto una presenza di piazza che non ha eguali nella storia recente.
Prima le sanzioni contro le organizzazioni sindacali che hanno chiamatolo sciopero, poi l’arresto dell’imam di Torino, ora il teorema della procura di Genova, che stando alle notizie diffuse, costruisce il suo impianto accusatorio sulla base di informazioni fornite da Israele, lo stesso che bolla di antisemitismo e di terrorismo chiunque dissenta dalle sue politiche genocidarie.
È quanto meno audace, sulla base di un’inchiesta che non fa luce direttamente sull’utilizzo dei fondi contestati (peraltro tutti dichiarati alla dogana), ma semplicemente sul fatto che Israele bolli come terroristiche queste associazioni e l’invio di aiuti materiali alle famiglie dei prigionieri delle carceri israeliane, trarre conclusioni politiche come fa Cavandoli, garantista solo per gli amici.
Vedremo come proseguiranno le indagini. Ma mentre la destra evoca la forca per chi non si allinea al governo fascista di Netanyahu e il centro sinistra con Bonaccini plaude all’iniziativa, Israele sta continuando ad autorizzare nuovi insediamenti nei territori occupati e stringere Gaza nella morsa della fame e della disperazione, un genocidio a bassa intensità che procede nel silenzio di un fasullo accordo di pace, fondato sugli interessi immobiliari di Donald Trump & oligarchi. Per questo è indispensabile continuare a sostenere la causa del popolo palestinese, perché è parte fondante di quella politica di austerità di guerra in cui la classe dirigente occidentale tutta ci sta facendo precipitare.
