Rete diritti in casa sulla morte di Miloud Mouloud: “Non si può morire così”

da Rete diritti in casa

Foto tratta da ParmaPress24 (parmapress24.it).
Le voci che ci sono pervenute nel pomeriggio di oggi 4 gennaio 2025 dalla comunità marocchina e islamica di Parma sono purtroppo confermate. Un uomo è morto di freddo e emarginazione a Parma, in via Martiri delle foibe, in un anfratto nascosto nella boscaglia nel nuovissimo quartiere di Parma Mia tra via Chiavari e la tangenziale sud.

Miloud Mouloud, morto a 64 anni a Parma, era originario della provincia di Beni Mellal, in Marocco, a Parma da circa 10 anni e aveva sempre lavorato, sia come bracciante agricolo che come manovale in edilizia. Lavori poveri e malamente retribuiti che rendono l’accesso a un alloggio privato impossibile anche per la tendenza gravissima dei proprietari privati a non affittare a lavoratori stranieri.
Per un lavoratore single è anche impossibile accedere alla casa popolare, vista l’estrema esiguità del numero di alloggi ERP e considerato che nell’ultimo bando le domande sono state oltre 2000 a fronte di poche centinaia di alloggi disponibili.
Estremamente grave però è la mancanza di alloggi per l’emergenza freddo e per i pernottamenti notturni nei dormitori. Al di là delle modalità gestionali di questi centri, che escludono i non residenti anche se le persone vivono effettivamente a Parma e i turnisti a causa degli orari rigidissimi, rimane il fatto che il numero dei posti in queste strutture è risibile a fronte dell’effettivo bisogno. Poche decine di posti tra l’accoglienza transitoria maschile di strada Santa Margherita e l’emergenza freddo di via Buffolara a fronte delle centinaia di persone che vivono sopra e sotto i ponti di Parma o in altri giacigli nascosti come quello in cui è morto Mouloud. Per di più le rigidità organizzative e gestionali messe in atto nei punti di ascolto Caritas fanno sì che in diversi casi vi siano posti vuoti pur in presenza di forte domanda. Al nostro sportello si sono presentati numerosi casi di senzatetto che non possono più accedere ai dormitori per averne beneficiato per 15 giorni in passato!!
Ci uniamo al dolore della moglie, della famiglia di Mouloud e di tutta la comunità marocchina e islamica di Parma. Continueremo nel nostro percorso di lotta per il diritto all’abitare nonostante la volontà repressiva di questo governo ben delineata nel Disegno di Legge 1660.
La morte assurda di una persona senzatetto deceduta in un pertugio nascosto in un quartiere di case nuove e in parte ancora vuote, che ha probabilmente lui stesso contribuito a costruire, deve essere sbattuta in faccia a chi ritiene che il libero mercato sia la soluzione alla questione abitativa, a chi chiede lo sgombero delle case vuote occupate dai senzatetto, a chi si oppone al controllo pubblico sulla questione abitativa.

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