Fermiamo il consumo di suolo. Un incontro di Potere al popolo a Fidenza

di Maria Elena Antinori

Un momento dell’incontro “Coltiviamo l’abitare. Fermiamo il consumo di suolo” all’Ex Macello di Fidenza.

Perché via Cavour è sempre così deserta? Perché Fidenza è sempre così deserta eppure si continua a costruire? Venerdì 1 marzo a Fidenza, presso il circolo Ex Macello, si è provato a rispondere a queste domande con Ilaria Boniburini, urbanista, e Marco Romeo, membro dell’assemblea locale di Potere al Popolo, in un dibattito intitolato “Coltiviamo l’abitare. Fermiamo il consumo di suolo”.

Dall’analisi del rapporto ISPRA sul consumo di suolo e la partecipazione al percorso PUG in corso in città, si è discusso delle nuove aree in costruzione a Fidenza, approvate appena prima della legge regionale n. 24 del 21/12/2017, legge detta per il consumo di suolo zero, ma che di fatto stravolge la pianificazione delle nuove edificazioni lasciando la progettazione urbanistica in mano ai privati. A Fidenza si prevede in particolare la costruzione di un nuovo supermercato nella zona del cimitero di via Marconi; l’edificazione di uno stadio per il Parma; l’allargamento dell’area del Fidenza Village, che andrebbe addirittura a coprire le fasce di rispetto a fianco all’autostrada.

Ilaria Boniburini e Marco Romeo

Queste nuove costruzioni costituiscono un danno non solo ambientale, ma anche sociale: i contratti stipulati all’interno del Fidenza Village sono già stati oggetti di contesa giudiziaria, in un processo che ha coinvolto la società Saldarini, già affittuaria dei locali e fallita per 1.4 milioni di euro in penali fatturate dalla società proprietaria dell’outlet, la VR Milan. Nel ricorso effettuato da Saldarini, è emerso che la VR Milan stipulava contratti di affitto di ramo d’azienda anziché di affitto dei muri del locale, in questo modo determinando anche il licenziamento dei dipendenti dei negozi, una volta fallita l’azienda, lasciando agli enti pubblici il pagamento dei sussidi. La VR Milan del resto è una società schermata che risulta in perdita per almeno 22 milioni di euro. Quale profitto può dunque derivare alla città di Fidenza e a chi vi abita e lavora dall’ingrandimento di un centro commerciale che si basa su guadagni truffa?

Promuovere un’urbanistica diversa si può, incentivando la creazione di spazi pubblici di socialità e non solo di profitto per pochi ed investendo nel recupero degli immobili già edificati ma inutilizzati, come viene dall’esempio di Cassinetta di Lugagnano, comune in provincia di Milano che è riuscito nell’intento di “crescita zero” tassando la rendita immobiliare per restaurare gli edifici già presenti. La promozione di alternative socialmente e ambientalmente sostenibili, anche in vista delle prossime elezioni amministrative a Fidenza, sarà oggetto di prossimi incontri e iniziative in città del nodo di Potere al Popolo.