No al generale Vannacci!

Il Cubo di Parma ha invitato in uno dei prossimi giorni il generale Vannacci per presentare il suo libro autoprodotto “Il mondo al contrario” che, per le sue considerazioni dal sapore razzista, omofobo e misogino, ha suscitato molte proteste nei mesi scorsi. Un comunicato della Casa delle donne di Parma e di altre associazioni (tra cui ANPI, Centro Antiviolenza, Centro Studi Movimenti, Ciac onlus, Cooperativa Lunaria , Il Coro dei Malfattori, Distretto di Economia Solidale, Donne In Nero, Ecovillaggio Alvador – la comune, La Paz Antiracist Football Club , Maschi Che Si Immischiano, Officina popolare, L’Ottavo Colore , Potere al Popolo, Rete Diritti in Casa, Tuttimondi, Vagamonde e ZonaFranca) ci spiega le ragioni della protesta [ndr].

Troviamo inaccettabile e offensivo che il libro del generale Vannacci venga presentato a Parma, sebbene in un locale privato; inaccettabile e offensivo perché le sue pagine, oltre ad essere espressione del peggior qualunquismo del nostro paese, sono veicolo di violenti e pericolosi stereotipi che diffondono solo odio e discriminazione. E che tutto questo venga espresso da un alto funzionario della Repubblica democratica è ancora più grave.

Il mondo al contrario del generale Vannacci è un mondo fatto di razzismo, insulti omofobi, offese a femministe, ambientalisti e migranti.
Un mondo fuori dalla storia, anacronistico, in cui non vogliamo più vivere perché non contribuisce certo a creare una società libera e sana, in cui le persone possano stare bene, ma solo a perpetrare la sofferenza di chi, quotidianamente, subisce atti di violenza e discriminazioni.
Se il generale Vannacci non si vergogna di esprimere senza riserve quella serie di indecenti luoghi comuni, noi non ci sentiamo di rimanere in silenzio e chiediamo al locale che lo ospita di annullare l’evento, perché è squallido calpestare ogni principio morale pur di raccogliere clienti.
E chiediamo anche alle associazioni e alle realtà politiche che sappiamo avere a cuore libertà e rispetto, di unirsi a noi in questa richiesta e di far sentire la propria voce.