da Rete Diritti in Casa
Questa mattina [ieri, 17 febbraio 2022, n.d.r.] a Langhirano è stato eseguito con la forza lo sfratto della famiglia di cui avevamo parlato nei giorni precedenti. Lo spiegamento di carabinieri e agenti della questura chiamati a raccolta per eseguire ad ogni costo lo sfratto è stato veramente spropositato, tanto da creare disagi sia agli altri abitanti del palazzo che alle persone che passavano per la strada. Qualcuno dei passanti avrà pensato a un’operazione antiterrorismo o antimafia ma i quattro agenti della questura e una quindicina di carabinieri sono intervenuti per buttare fuori casa una famiglia con un bimbo di 5 anni.
La mamma è stata sfrattata senza neanche prendere in considerazione un certificato medico che prescriveva riposo assoluto in seguito a una operazione chirurgica. Le forze dell’ordine (?) e l’ufficiale giudiziario non hanno ritenuto necessario far valutare la gravità delle ferite postoperatorie a un medico legale. Lo sfratto andava, secondo loro, eseguito ad ogni costo e particolare impeto in questo senso è da attribuire al maresciallo Merella che ha coordinato il piccolo esercito intervenuto a Langhirano.
Si parla tanto di contrasto alla violenza contro le donne ma poi si eseguono sfratti in queste condizioni. La questura, i carabinieri e l’ufficiale giudiziario erano stati avvisati con dovuto anticipo sulle condizioni di salute della donna. Ricordiamo anche che la famiglia ha sempre pagato gli affitti (per un totale di quasi 50.000 € negli otto anni di contratto) e che occorreva solo un po’ più di tempo per reperire un altro alloggio ed avere così il passaggio da casa a casa. Evidentemente questura, prefettura e carabinieri ritengono che il diritto di proprietà sia un diritto assoluto che travalica la dignità, la salute e la sicurezza delle persone, comprese donne e bambini.
Oggi a Langhirano qualcuno avrà ritenuto di avere fatto una brillante operazione di polizia, per noi si è trattato di un bruttissimo segnale di negazione della tutela dei diritti umani.