Occupato l’ex ufficio di collocamento. “L’emergenza abitativa ha bisogno di risposte”

da Rete Diritti in Casa

Oggi (8 gennaio 2022 , ndr) abbiamo portato il nostro pieno appoggio a un gruppo di senza fissa dimora che da circa una settimana hanno occupato la sede dell’ex ufficio di collocamento in via Primo Maggio a Parma. Si tratta di un gruppo di persone, in gran parte di origine somala, che stava affrontando la rigidità di questi giorni di inverno in situazioni estreme, chi vivendo in un garage, chi sotto il ponte nord, altri in auto e che si è trovato nella necessità assoluta di cercare un riparo a fronte di strutture di accoglienza comunali completamente sature. Parecchi di loro erano passati dal nostro sportello per il diritto all’abitare di Via Mantova.

Appoggiamo questa occupazione anche perché l’obbiettivo scelto è particolarmente significativo: si tratta di una struttura di proprietà regionale collocata al piano terra di un complesso edilizio di grandi dimensioni che affaccia su Piazzale Matteotti per il quale la Regione sta provvedendo all’ennesimo piano di vendita ai privati. Oltre alla sede dell’ex collocamento, occupato in questi giorni, la Regione mette in vendita 4 appartamenti e la sede del Centro Sportivo Italiano, sezione di Parma, un locale di grandi dimensioni collocato al secondo piano. Oltre a questo vengono messi in vendita altri 3 appartamenti in via Gulli.

Si tratta indubbiamente di una bella prospettiva di business per il mercato privato (belli alloggi nel cuore dell’Oltretorrente) e da una notevole perdita di patrimonio abitativo pubblico. Ricordiamo che la Regione, in seguito alle norme sul decentramento amministrativo, è diventato l’ente con le principali responsabilità in termini di politiche abitative e occuparsi della questione, provvedendo a mettere all’asta tutto il patrimonio residuo in proprietà, non è da considerarsi un bel segnale. Di questi immobili avrebbero potuto beneficiare il Comune o Acer, con i quali si poteva magari accennare a un percorso privilegiato di riattribuzione, considerata la grave condizione di emergenza abitativa (1850 domande di casa popolare) e l’estrema necessità di posti nell’accoglienza d’emergenza per i senza tetto (strutture tutte piene). Ci daremo da fare affinché la possibilità di un passaggio di proprietà al Comune o all’Acer venga preso in considerazione.

I locali dell’ex ufficio di collocamento sono ad esempio l’ideale per essere adibiti a struttura d’accoglienza per singoli, categoria che non trova alcuna forma di assistenza dai servizi sociali e le cui fila vanno ad ingrossarsi sempre più, per la fuoriuscita senza prospettiva dai percorsi di assistenza. A Parma poi occorre considerare che la chiusura degli alloggi della Cooperativa Svoltare ha cacciato per le strade e sotto i ponti un bel numero di persone, italiani e stranieri, e che i dormitori sono pieni e vi si può permanere per un massimo di 3 mesi.

Troviamo piuttosto preoccupante che, di fronte a una crisi abitativa conclamata, con gli sfratti che ripartono da questo gennaio a pieno ritmo dopo un periodo di blocco, la Regione, da una parte, attribuisca finanziamenti per le politiche abitative con il contagocce e, dall’altra, venda il suo patrimonio.

Auspichiamo un intervento del Comune di Parma in questa cessione di patrimonio che deve restare pubblico, perché lo impongono le condizioni materiali di vita di tante persone in difficoltà.

Nella giornata di oggi Parma ha dato una buona prova di sé considerato che ai ragazzi che hanno occupato è giunta tanta solidarietà sotto forma di materassi, coperte, cibo e altri generi di conforto. L’occupazione è stata il segnale più forte possibile della necessità di interventi seri, urgenti e consistenti nel campo delle politiche abitative.