Ulteriore asfalto con i fondi per la mobilità sostenibile?

da Parma Dimensione Umana

Nel comunicato stampa del Comune di Parma “Mobilità sostenibile, 564.000 euro per nuove strategie” del 31 dicembre 2020, ci si aspettava di trovare, come indica il titolo, nuove strategie per la mobilità sostenibile. Purtroppo, a fianco di progetti utili a consentire ai cittadini di muoversi meglio e con meno impatti sull’ambiente, si vedono elencate, tra i progetti più imponenti e che costeranno enormi quantità di denaro pubblico, numerose nuove strade. Se è vero che le parole sono importanti, costruire nuove strade NON è una nuova strategia (non se ne può immaginare una più obsoleta) e ancora meno una misura di mobilità sostenibile. Da anni, studi scientifici comprovano come costruire e allargare strade non risolva i problemi legati al traffico ma li aumenti, incentivando l’utilizzo delle auto a scapito delle alternative sostenibili quali il trasporto pubblico e la mobilità pedonale e ciclabile. Nel comunicato del Comune, misure per l’incentivazione del trasporto pubblico non sono neppure menzionate.

I progetti finanziati fanno riferimento al PUMS, Piano della mobilità (poco) sostenibile approvato dal Comune di Parma nel 2017. Un Piano al quale le associazioni ambientaliste avevano riconosciuto alcuni aspetti positivi (ad esempio l’abbandono della via Emilia Bis), ma che avevano chiesto di modificare con varie osservazioni durante la fase di consultazione pubblica, nessuna delle quali fu accolta. Nel frattempo, la consapevolezza dell’insostenibilità dei nostri sistemi di vita, fra cui quello di trasporto, è cresciuta e si è affermata soprattutto tra i giovani.

Un recente studio ha dimostrato con dati inoppugnabili che la mancata applicazione di misure adeguate costa alla nostra comunità lo spaventoso numero di 144 vite umane l’anno. Essere la 38ma città più inquinata d’Europa dovrebbe riempirci di preoccupazione e confermare ulteriormente l’urgenza di un cambiamento radicale. Nel 2019, il Comune ha dichiarato lo stato di emergenza climatica, impegnandosi anche a rivedere la propria pianificazione per affrontare in modo adeguato una situazione così allarmante. È desolante non avere ancora visto nessuna decisione concreta e neppure una bozza dei piani di adattamento e mitigazione promessi, mentre si prosegue con la vecchia pianificazione senza nessun miglioramento sotto il profilo degli impatti ambientali. Se, come sostiene l’amministrazione, gli obiettivi rispetto a clima e ambiente sono contenuti nel dossier elaborato per la candidatura a European Green Capital, è il caso di rilevare che in quel dossier nessuna delle nuove strade, ora avviate a progettazione, viene citata.

Ancora una volta, nonostante la situazione attuale, le priorità vengono date a infrastrutture appartenenti a logiche anacronistiche, appartenenti al secolo scorso, a elevatissimo impatto ambientale (consumo di suolo e di risorse, emissioni di Co2, inquinamento di vario tipo incluso quello acustico, disturbo alla fauna e alla flora), economico e che incentivano l’abuso dell’auto privata e del trasporto su gomma. I problemi e i disagi legati a traffico ed inquinamento a cui è sottoposta la popolazione di Parma sono di enorme gravità. Le periodiche limitazioni emergenziali del traffico sono platealmente insufficienti, dovrebbero essere integrate da misure e infrastrutture che incentivino la mobilità sostenibile con la conseguente riduzione del numero di auto e tir su strada. Di certo, appaiono paradossali interventi che ottengono l’esatto contrario, come la costruzione di nuove strade.

Le richieste di potenziare le linee degli autobus e il bike sharing vengono costantemente respinte sulla base della “mancanza di fondi”. Ovvio che i fondi per la mobilità sostenibile non ci siano, se questi vengono dirottati in assurde, costose e impattanti infrastrutture viarie, che nella migliore delle ipotesi spostano i problemi di traffico solo “qualche metro più in là”. E non è costruendo nuove strade che si proteggono pedoni e ciclisti come si è sentito affermare in passato.
La rete Parma a Dimensione Umana, alla quale aderiscono 61 associazioni e realtà del territorio, preoccupate dalle prospettive legate a questo comunicato, chiede all’assessora Tiziana Benassi innanzitutto informazioni dettagliate su come i 564.000 + 294.000 euro citati nel comunicato stampa saranno spesi (si parla già di sedici incarichi nel 2021) e a chi sono stati assegnati.

Per quanto concerne la mobilità ciclistica si chiede che lo studio degli esperti del Comune venga reso pubblico ed esteso a tutta la città per creare un’effettiva rete di percorsi ciclistici al fine di favorire il bike to work e il bike to school. Bisogna attuare le Case Avanzate per ciclisti agli stop, realizzare le corsie ciclabili (bike lane) in molte strade, limitare la velocità a 30 km/h nel perimetro delle tangenziali, introdurre le strade a precedenza ciclo-pedonale (art. E2bis).

È il momento di fare scelte coraggiose nel campo della mobilità sostenibile. Non servono enormi risorse come quelle necessarie per realizzare nuove strade, servono invece coraggio, volontà politica e idee chiare, ingredienti al momento mancanti. La rete Parma a Dimensione Umana auspica un processo partecipato e trasparente su tutta quella progettazione preannunciata come utile al completamento del quadro di insieme per la “città del futuro”. Di futuro qui se ne vede ancora molto poco.