da Unione Sindacale di Base – Confederazione di Parma
L’ipotesi di contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) per le Coop sociali sottoscritta lo scorso marzo è la certificazione definitiva della subordinazione di Cgil Cisl e Uil alle esigenze delle Centrali cooperative di comprimere diritti e salario per i lavoratori del welfare. Dal misero aumento di 80 euro da spalmare nell’arco di un anno e che secondo gli accordi di gradualità potrà non essere applicato integralmente, all’una tantum di 300 euro per i 75 mesi di vacanza contrattuale, alle deroghe peggiorative sui tempi determinati e al recepimento totale del Jobs Act, il rimando ai livelli territoriali su importanti materie come la definizione dei servizi essenziali, il tempo di vestizione, il Premio di risultato e l’estorsione della Banca ore, l’inquadramento degli operatori dell’accoglienza al livello C1, l’individuazione di nuovi profili di inquadramento a discrezione delle aziende, l’odioso istituto della notte passiva rimasto inalterato, fino alla richiesta, a tutti i lavoratori indipendentemente dall’iscrizione o meno a quei sindacati, di corrispondere il prezzo come “Contributo di servizio contrattuale” per questo accordo indegno.
Si deve alzare la voce e difendere gli interessi delle lavoratrici e lavoratori delle cooperative sociali e dei servizi di welfare, togliendo ogni velleità di rappresentanza a questi sindacati responsabili della svendita del diritto ad un salario giusto e ad un lavoro degno!
I sindacati firmatari stanno realizzando assemblee informative e referendarie per confermare l’ipotesi sottoscritta ed arrivare alla firma definitiva del contratto. 75 mesi senza contratto, una trattativa portata avanti all’oscuro dei 350.000 lavoratori del settore, nessun recepimento delle istanze di base segnalate dalle assemblee di chi nei servizi ci lavora con sangue e sudore, spesso in maniera precaria, con sospensioni retributive e quasi sempre senza riuscire ad arrivare alla fine del mese.
Facciamo appello a tutte le lavoratrici e i lavoratori delle cooperative sociali, alle organizzazioni sindacali di base e conflittuali, ai collettivi ed ai coordinamenti di operatori sociali, per respingere in ogni territorio l’ipotesi d’accordo. Nelle assemblee consultive imponiamo democrazia. Organizziamo la nostra rabbia. Votiamo no al contratto truffa!