Le emissioni a Borgotaro sono un problema sanitario

da Comitato L’Aria del Borgo

A due anni dalle prime richieste da parte del Comitato L’Aria del Borgo, finalmente gli enti competenti, sotto il cappello del Comitato Tecnico Scientifico (CTS), hanno definito e implementato un sistema di segnalazione online, più pratico e intuitivo rispetto al modulo standard di Arpae. Se guardiamo le statistiche riportate nell’output del nuovo modulo di segnalazioni, vediamo che nel primo mese (dal 18 gennaio al 17 febbraio 2019) sono stati segnalati ben 326 casi di sintomi sanitari su 509 segnalazioni (questo campo è stato inserito una settimana dopo l’avvio del nuovo sistema, per cui i totali non coincidono). Se, su questi due dati, facciamo una stima dei missing data del periodo, ai 326 casi denunciati, dobbiamo aggiungerne altri 70 (circa dieci al giorno, in media). Per cui le segnalazioni anche sanitarie diventano 396 su 640; pari al 57,4%. Se applichiamo questa percentuale alle circa 3000 segnalazioni del biennio 2017-2018, possiamo ritenere che almeno 1700 segnalazioni siano state effettuate in presenza di sintomi sanitari ambiente-correlati. Questi numeri certificano che il problema è tutt’altro che risolto, e con il nuovo e più semplice metodo di segnalazione forse è anche azzardato affermare che la situazione sia migliorata.

Anche l’andamento giornaliero delle segnalazioni evidenzia degli aspetti per noi di estrema rilevanza e che confermano la bontà di quanto sempre sostenuto, ovvero che il problema è strettamente correlato all’orografia complessa della valle e alle condizioni meteo. Infatti, nei giorni intorno alla metà del mese di febbraio, si sono verificate le condizioni per una situazione di forte ristagno degli inquinanti.

La giornata del 16 febbraio, per esempio, è stata caratterizzata da: temperatura diurna molto mite; bassa velocità dei venti; altezza di rimescolamento nel PBL a 103 metri (dalle ore 18 in poi); elevata umidità in atmosfera, nelle ore serali; e inversione termica. In pratica c’erano tutte le condizioni, perché vi fosse ristagno degli inquinanti; cosa che purtroppo bene si interfaccia con le segnalazioni dei cittadini di quel giorno.

Come si vede da questa breve analisi, il fenomeno odorigeno è la punta dell’iceberg di una fenomenologia molto più vasta, attinente anche alla sfera sanitaria. I numeri sono impietosi e raccontano una verità ben peggiore di quella rappresentata dagli Enti. Per questo, nei giorni scorsi abbiamo inviato una lettera alla dottoressa Paola Angelini e al CTS per chiedere di prendere in seria considerazione alcuni aspetti, che elenchiamo brevemente:

  • Le segnalazioni dei cittadini rappresentano un aspetto cruciale finora, a nostro parere, non sufficientemente valutato. Come è noto, i cittadini spesso non si recano dal medico di famiglia, anche se accusano malesseri, perché i sintomi regrediscono nel volgere di pochi giorni/ore, oppure perché impossibilitati per impegni di lavoro o altra causa. Tuttavia, le visite, benché importanti, non sempre sono obiettivabili, in quanto il paziente, nei giorni successivi ai sintomi accusati, può non manifestarli più. Per cui il medico non può che prendere atto di quanto gli viene riferito. Non di meno, nel momento in cui i cittadini segnalano agli Enti la percezione odorigena, segnalano spesso anche sintomi sanitari acuti. Questi vanno correttamente conteggiati, catalogati per sintomi, e devono entrare a far parte delle analisi compiute ai fini di accertarne le cause.
    Serve che il CTS sappia definire con chiarezza il rapporto causa/effetti. Oramai, a distanza di due anni, vi sono sufficienti elementi affinché si possa uscire da una certa indeterminatezza, per arrivare a delle conclusioni che i cittadini si aspettano. Chiediamo di riportare su di una mappa georeferenziata tutte le attività industriali, artigianali, nonché quelle che, in qualche misura, possono rilasciare sostanze tossiche e/o cancerogene nelle matrici ambientali; a cominciare dall’aria. Serve che tale mappa sia interattiva e collegata agli aspetti meteorologici che, come si è già accennato, assieme all’orografia complessa del territorio, costituiscono gli elementi che determinano il quadro generale da cui dipendono molestie odorigene e malesseri. Riteniamo indispensabile che, pur tutelando il segreto industriale, si trovino forme di reporting, per cui si renda possibile correlare le segnalazioni/malesseri con il meteo e il tipo di produzioni in atto nel medesimo contesto, e si valutino gli effetti sinergici delle sostanze immesse in atmosfera, riscontrabili dalle risultanze delle analisi ottenute dai campionatori passivi.
  • Il CTS, immaginiamo, si sia occupato principalmente delle sintomatologie acute. Noi ci aspettiamo parole scientificamente fondate che rappresentino anche lo scenario delle cronicizzazioni, nel medio e lungo periodo. Anche su questo il CTS deve delle risposte che abbiano riscontro scientifico e non si muovano nel campo delle mere ipotesi. A tal fine, serve un’indagine epidemiologica: vuoi con studi di coorte valutando i casi pregressi, mediante l’analisi dei casi sanitari degli ultimi decenni, confrontati con quelli degli ultimi due anni; oppure con altre forme di indagini territoriali che sappiano creare un quadro di certezze circa il futuro della popolazione e l’eventuale consistenza dell’aumento di rischio per le principali patologie croniche, nonché di tipo neoplastico, degenerativo e mutageno.
  • Sebbene il compito del CTS non sia quello di occuparsi dell’itinere della VIA volontaria richiesta da Laminam, ci pare quanto mai doveroso e opportuno che il Comitato Tecnico Scientifico esprima il proprio parere su di uno specifico quesito: alla luce della situazione attuale e delle criticità potenziali richiamate nel punto precedente, quali scenari sono ipotizzabili nell’evenienza che a Laminam venga concesso di triplicare la produzione?

Nell’attesa, e nella speranza, che il CTS, nelle persone della dottoressa Paola Angelini e dell’assessore regionale Paola Gazzolo, risponda a questi interrogativi, che riteniamo rappresentino le preoccupazioni dei nostri iscritti e non solo, nei prossimi giorni lanceremo una campagna di sensibilizzazione rivolta alla cittadinanza, per informarli delle nuove modalità di segnalazione e dell’importanza che queste rivestiranno nel lavoro di comprensione e risoluzione del problema sanitario che affligge Borgotaro da due anni a questa parte.