Aeroporto e mall: uno scontro fra interessi

da Potere al Popolo Parma

Aeroporto e Mall di Baganzola sembrano diventati in questi giorni l’oggetto principale dello scontro politico a Parma. Ma al di là delle scaramucce dettate dal gioco tra maggioranza e opposizione, quasi tutti i partiti, con qualche isolata eccezione, concordano nella necessità di realizzare entrambe le opere. Così la discussione rimane circoscritta ad aspetti legali e amministrativi nascondendo il vero conflitto. Per noi la sostanza è chiara, anche se non se ne parla: siamo in presenza di uno scontro tra due grandi concentrazioni di interesse. Da un lato il costruttore Pizzarotti, che da anni spadroneggia in città imponendoci di volta in volta opere spesso inutili e costose come il progetto della metropolitana, la realizzazione del ponte nord o il saccheggio tentato ai danni dell’ospedale vecchio. Dall’altro, il gruppo coagulato intorno alla Meinl Bank – industriali di Parma e enti pubblici del territorio – che ha investito somme notevoli sul progetto aeroportuale, contando nella pioggia di risorse pubbliche che dovrebbero arrivare dalla Regione (ha promesso 12 milioni di euro per l’ampliamento) e dal Comune (altri 5 milioni). Come si può vedere in ballo ci sono tanti soldi – di cui gran parte della collettività – che l’Amministrazione Comunale e la Regione stanno cercando di riversare nello scalo senza alcuna giustificazione plausibile visto le continue perdite di bilancio, il risibile numero di passeggeri e i problemi di sicurezza generati dalla costruzione dello stesso Mall. Noi pensiamo che queste risorse vadano destinate ad altre priorità. E poi, il Mall: il Parma Urban District è il risultato del modello di sviluppo che i poteri forti vogliono imporre alla città. Una nuova enorme cattedrale nel deserto, con tutto quello che ne consegue per il consumo di suolo, per la qualità ambientale e per il tessuto storico culturale del territorio. Ci batteremo perché il tentativo di conciliare interessi indifendibili non diventi l’occasione per disperdere un fiume di denaro pubblico nelle tasche dei grandi gruppi di potere.