da USI Parma
Dopo 7 anni e mezzo di scadenza del vecchio contratto e 27 mesi di trattative (condotte in segreto, e dalle quali i lavoratori e le lavoratrici sono stati esclusi/e), le centrali coop e i sindacati confederali hanno firmato una preintesa di un nuovo Ccnl che è assolutamente da respingere, sotto ogni aspetto, anche se adesso, nelle rare assemblea di cui abbiamo notizia e a cui partecipano una percentuale irrisoria di dipendenti, vendono come grande vittoria: che coraggio!
Sotto l’aspetto economico, i tanti strombazzati aumenti di 80 euro a livello C1 non corrispondono a verità: vanno riparametrati per le ore effettive di contratto, e saranno divisi in tre tranche, delle quali l’unica sicura la prima di 35 euro, sulle altre due le coop possono non elargirle se dichiarano di essere in difficoltà (?). Inoltre, i 300 euro lordi di recupero del vecchio contratto scaduto non vanno a recuperare i 2/4000 euro persi di media in questi anni. Criticabile anche il fumoso e non definito “premio di risultato”, più una specie di contentino legato agli interessi delle coop e non al lavoro dei dipendenti, e per questo assolutamente non certo, anzi.
Sotto l’aspetto della lotta alla precarietà: al di là delle loro balle sul tema: hanno mantenuto le famigerate e schiaviste “notti passive”, rimandate a un diseguale e arbitrario “secondo livello di contrattazione”; hanno ripristinato i contratti a tempo determinato fino a 36 mesi (che il Decreto Dignità invece limitava a 24); hanno mantenuto la possibilità per le coop di contratti individuali inferiori a 12 h: se questa è lotta alla precarietà, allora niente ha più senso.
Sotto l’aspetto dei diritti sindacali, sentendosi effettivamente in difficoltà di fronte a tanti/e lavoratori/trici che giustamente li vedono ormai sempre più come un servizio e non come un sindacato, cercano di placare il malcontento arrogandosi in esclusiva ogni prerogativa di contrattazione e di diritto di agibilità sindacale, forti di un sistema normativo complice e autoreferenziale: da qui, il continuo ripetere che ogni diritto sindacale e di contrattazione è solo loro; da qui il tentativo di estorcere su “base volontaria” (sappiamo bene come funzionano le coop…) uno 0,1% a TUTTI i lavoratori, anche non iscritti a loro, un contributo per una trattativa da cui ci hanno esclusi, che hanno condotto in segreto e i cui risultati rifiutiamo.
Sotto l’aspetto ideologico, si evince come i sindacati confederali siano collusi con un sistema caratterizzato da continui scambi e interessi reciproci tra sindacato-politica-coop, e permane il totale asservimento a logiche neoliberiste che sempre più precarizzano le nostre esistenze, non volendo comprendere che le loro ricette economiche sono oltretutto fallimentari (e lo scenario economico ce lo dice continuamente), e al massimo socializzano i rischi ma restano fortemente privatizzati i benefici.
Per questo, USI continua la sua azione, finalizzata alla controinformazione e all’organizzazione di momenti di mobilitazione circa quanto sta avvenendo.
Non resteremo passivi, autorganizziamoci! Uniti siamo tutto, divisi siamo nessuno!