Il prof precario e la scissione dell’io

di Marco Severo

L’insegnante precario, esemplare tra i più significativi della categoria dei disagiati dei tempi nostri, sta vivendo giorni di segreto tormento. Motivo: l’incertezza circa le modalità di svolgimento del prossimo concorso straordinario per insegnanti di ruolo, previsto dal ministero della Pubblica istruzione con il decreto legge 126/19 convertito nella legge 159/19. A sentire infatti le dichiarazioni inflessibili del Miur – «non saranno rese note in anticipo le domande del prossimo concorso straordinario», «conteranno più i risultati della prova che gli anni di servizio» ecc. – capita sovente che l’insegnante precario cada in uno stato di smarrimento, o di inquieta dubbiosità. Continue reading “Il prof precario e la scissione dell’io”

“Oh Aranzulla, mio Aranzulla!”

di Marco Severo

Quello che segue è un breve elenco, nonché un doveroso elogio, dei migliori insegnanti incontrati in vita sua da un quarantenne tipo di oggi. Si dà il caso infatti che già ai tempi della scuola il quarantenne tipo di oggi ebbe modo di intuire quale fecondo futuro lo attendesse sul fronte sociale e culturale. I suoi insegnanti ne erano una prefigurazione. Di tanto in tanto, dopotutto, è cosa onesta discorrere di cose belle. Invece che piagnucolare sul precariato, o dolersi del declino delle grandi ideologie novecentesche, oppure inorridire per il rimbambimento collettivo da social network, va dato merito al merito parlando appunto del grande patrimonio morale – se non materiale, d’accordo – che la famosa «generazione precedente» ha lasciato in eredità agli attuali trena-quarantenni. In particolare, è giusto farlo parlando di una figura tanto importante quale quella del mentore; dell’insegnante; del portatore di sapienza e competenza; in altre parole, del maestro. Continue reading ““Oh Aranzulla, mio Aranzulla!””

La scuola che non insegna

di Francesco Antuofermo

«In una nazione libera in cui non siano consentiti gli schiavi, la ricchezza più sicura consiste in una massa di poveri laboriosi. Prescindendo dal fatto che essi sono la fonte d’offerta mai esaurita per la flotta e per l’esercito, senza di essi non vi sarebbe godimento, e il prodotto di nessun paese sarebbe valorizzabile. Per rendere felice la società (composta naturalmente di coloro che non lavorano NdA) e per render il popolo contento anche in condizioni povere, è necessario che la grande maggioranza rimanga sia ignorante che povera. Le cognizioni aumentano e moltiplicano i nostri desideri, e quanto meno un uomo desidera, tanto più facilmente i suoi bisogni potranno essere soddisfatti».

(Bernard de Mandeville, 1670–1733, medico e filosofo olandese, ma soprattutto ricco). Continue reading “La scuola che non insegna”