di Gianluca Foglia Fogliazza
“Le uniche palle che hanno gli uomini sono quelle che raccontano” citando me stesso in una vignetta disegnata tempo fa. Non tutti gli uomini sono così, certo che no. Ma le palle restano un marchio di fabbrica, perché “maschera di fabbrica”.
Allenatori di calcio, adulti motivazionali, maschi concettuali, giocano questa briscola sbattendola sul tavolo come se l’impatto ne aumentasse il carico. Siamo uomini da carrozzeria senza motore, da cofano lucido e prominente, ecco: un pacco. Un pacco che simula una virilità fotocopiata nel tempo, una virilità smascherata dal bisogno di usar violenza, una virilità autoproclamata.
Non tutti gli uomini sono violenti, non tutte le donne sono prede, certo. Ma è innegabile la sproporzione con cui l’oppressione fisica e psicologica è praticamente a senso unico. Siamo categoria indifendibile: quando alziamo le mani per far male e quando le alziamo per proclamarci innocenti.
Una donna su tre nella vita subisce violenza. Quale? Che importa, fa male sempre. Ma sembra farci più male ammettere che siamo fragili, pena essere classificati femminucce, senza palle.
Belle le ragazze e i ragazzi delle scuole sfilare fino in piazza Ghiaia il 25 novembre scorso… ritrovo al Parco Ducale, oltre il Ponte Verdi, attraverso la Pilotta e in Ghiaia. Un percorso che sembra fatto di omertà: evitare la città vissuta, la piazza, il salotto, le strade frequentate da un’apparenza indaffarata a voltar gallone.
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