di Potere al popolo Parma
È di ieri la notizia che Iren non ha rinnovato l’accordo con Mekorot, siglato circa un anno fa. Ne dà notizia il sindaco di Reggio Emilia dichiarando che l’accordo è giunto a scadenza e non più vigente a partire da gennaio 2024. Una dichiarazione che fa seguito ad una mobilitazione che è in piedi da quando si è avuta notizia della sigla della collaborazione tra la multiutility israeliana e quella italiana, ma che ha visto un intensificarsi della pressione dopo la strage israeliana tuttora in corso a Gaza e che ha provocato quasi 30 mila morti.
Oggi, dopo oltre 4 mesi di devastazione sui territori palestinesi, molte aziende cominciano a capitolare sotto la pressione di chi protesta per il loro coinvolgimento con l’occupazione Israeliana. Tra i casi da annoverare l’importante defezione di Puma che non sarà più sponsor della nazionale israeliana e di Zara, che ha ritirato l’orrendo spot che “normalizzava” i morti di Gaza. Anche Iren non è stata immune a questa pressione, e a un certo punto ha preferito, seppur senza nessuna dichiarazione, prendere le distanze e interrompere ogni relazione con un’azienda che viene letteralmente usata dal governo israeliano come strumento di oppressione. Mekorot non è colpevole di essere di proprietà di uno stato che sta portando avanti una politica di pulizia etnica, ma è colpevole di essere un vero e proprio strumento dell’occupazione israeliana in Cisgiordania e a Gaza, tramite l’accaparramento delle risorse idriche e la loro distribuzione a tutto favore di coloni e Israele lasciando a secco la popolazione palestinese, come è stato documentato da autorevoli ricerche riportate nel documento “Prosciugati” dell’associazione Who Profits, tradotto in italiano da BDS.
Da un anno Potere al Popolo insieme a molte realtà, politiche, sociali e di movimento di Parma e di molti altri territori in cui è presente Iren, come Reggio Emilia, Torino e Genova, chiediamo con convinzione e determinazione la fine dell’accordo, attraverso mobilitazioni e appelli fatti sia all’azienda che ai sindaci, e siamo quindi soddisfatti dell’esito di questa vicenda, che non può dunque essere spacciata come il risultato di una contrattazione all’interno delle alleanze della maggioranza e che dimostra come sia importante la mobilitazione, come sia l’unica strada percorribile per provare a rompere il muro mediatico e politico che circonda la questione palestinese. Da mesi vediamo tacciare di antisemitismo chiunque provi a sollevare perplessità sul genocidio in corso, vediamo repressioni sempre più feroci anche delle forme più pacifiche del dissenso, un’aria sempre più pesante. Pur constatando inoltre la rilevanza e la positività della notizia come un primo risultato del movimento di boicottaggio contro Israele, vogliamo essere chiarǝ sul fatto che continueremo a portare avanti un controllo popolare su Iren, in attesa non solo della conferma dei suoi vertici, ma anche che la scadenza del contratto non comporti giochi strani come un suo rinnovo in futuro, magari dopo le elezioni.
Riteniamo il ritiro di questo accordo come una piccola vittoria nello scalfire il collaborazionismo del nostro governo con il regime di apartheid di Netanyahu, un ulteriore piccola crepa in quel maledetto muro che separa i popoli dalla giustizia.
Parma, 19 febbraio 2024.