di Marco Severo
Dare un’occhiata alle chat archiviate, di tanto in tanto, può risultare dilettevole. Un gruppo WhattsApp di ex studenti universitari, ad esempio, è capace di riscattare un pomeriggio uggioso di fine estate. Infatti dentro alla chat c’è un fascista di Forza Nuova. O Seminuova, come la proverbiale signorina russa (del resto gli anni passano anche per i militanti di estrema destra).
Nel gruppo archiviato non c’è soltanto il fascista quale attrazione portentosa, ben inteso. L’intera chat costituisce una galleria di destini gloriosi che meritano una pur fuggevole menzione. Vi si trova, per dire, l’ex fuoricorso di Ingegneria oggi pilota di droni, o il dottore in Filosofia che adesso fa il giornalista. C’è un altro, all’epoca fortissimo a pingpong, che s’è buttato sul Compro oro, mentre a volte vi fa capolino un bestemmiatore seriale il quale alla fine, fatti due calcoli, s’è fatto prete. Una matricola di Lettere fa il postino Nexive e, per finire, un tizio simpaticissimo di Giurisprudenza grande sostenitore della tesi “l’omme ha da puzza’” è stato avvistato giorni fa al festival Re/Sister, catechizzato a raffiche di coppini da tre femministe in piena trance agonistica.
È evidente che, dato il contesto, il fascista Seminuovo costituisca una certezza se non altro rassicurante in un’epoca di scarsa tenuta psichica. I suoi messaggi nella chat sono come la chiave esagonale nel negozio di ferramenta mentre fuori la gente parla con Alexa e la Mercedes. È rincuorante sapere che ancora c’è. Crepuscolare più che futurista.
Il fascista Seminuovo è resiliente meglio del Pd. Si ostina senza grandi riscontri, non si guasta, consuma niente e la manutenzione è in garanzia. Usata ma tenuta bene, la nostra chiave esagonale ha pubblicato giorni fa sulla suddetta chat l’annuncio di un evento che tutti ci rinfranca: la presentazione di un libro che, si legge, smonta “pezzo per pezzo il mito delle barricate” del 1922. Titolo dell’opera: “D’Annunzio, la massoneria e le barricate di Parma”, a firma di un Franco Morini sin qui colpevolmente sottovalutato dalla critica e da Loredana Lipperini.
Si tratta di una circostanza considerevole giacché testimonia come la destra radicale senta di doversi dare anch’essa alle Barricate, sensibile come tutti alla tendenza della storiografia locale e non solo locale. Se ignorare è disconoscere, replicare è – viceversa – volontà di stare al passo dell’altro adeguandosi ma, va da sé, negando e smontando “pezzo per pezzo” come da marchio di fabbrica. Anche Balbo e Farinacci avranno fatto cose buone del resto, ad esempio accordandosi – come sostiene Morini – con l’allora prefetto di Parma per entrare in città e normalizzare l’Oltretorrente in fiamme in sostanza con una gigantesca recita e il coinvolgimento di migliaia di individui vestiti in amicizia con la camicia nera.
Indecisi se negare l’equinozio d’autunno o l’Istituto helvetico Sanders (“voi giornalisti dovete smetterla di chiamarci teste rasate” disse un giorno un fascista grattandosi la testa rasata), alla fine i crepuscolari del terzo millennio hanno convenuto di andare sul sicuro e di esibirsi sul tema della battaglia di Parma del 1922, patrimonio inesausto e palestra di iniziazione alla cittadinanza locale. Appuntamento sabato 23 settembre (?) alle 18 o 18.30, non si sa di preciso. Così come non è dato sapere il luogo dell’attesa presentazione. La negazione applicata con disciplina porta all’ermetismo e via andare.
Si sa, invece, che dopo si mangerà. Per consolidare la svolta friendly-pop i promotori hanno organizzato una cena a base di panini preparati dalla “paninoteca più buona di Parma”, sempre stando al messaggio rinvenuto nella chat degli ex studenti.
Isolata l’ala più sovranista della destra estrema, che già rompeva i coglioni chiedendo l’osservazione della linea “made in Italy” nel menù (invocate specialità quali cotiche e fagioli coltivati sul balcone di Roberto Vannacci e, in sostituzione dell’olio di palma e anche di Parma, un olio d’antica ricetta), l’organizzazione della serata è stata tutta ispirata ad una operazione simpatia dal sapore di ketchup e cultura di massa anni Ottanta.
A seguire, foto-opportunity per i presenti e banchetto informativo per l’inserimento nella chat dei destini gloriosi. In regalo per i primi iscritti a Forza Seminuova una crema antirughe e, assai ambita nella società 4.0, una chiave esagonale misura del ventidue.