da Liceo Toschi Occupato
Stamattina [ieri, 28 marzo 2022, n.d.r.], noi studenti del Toschi, abbiamo deciso di occupare la nostra scuola. Come gli studenti del Marconi e migliaia di altri studenti in Italia abbiamo deciso di protestare attraverso l’occupazione, un atto forte ma necessario per fare sentire la nostra voce e rivendicare i nostri diritti.
La situazione in cui versa l’istruzione nel nostro paese è disastrosa, negli ultimi mesi sono morti due studenti in alternanza scuola-lavoro ma il governo continua a regalare soldi ai privati mentre mancano interventi per l’edilizia e il diritto allo studio.
Anche nella nostra scuola i problemi non mancano: alcuni indirizzi come scenografia o teatro sono lasciati a loro stessi e i progetti di alternanza non sono formativi, basta pensare agli studenti di architettura che vanno ad archiviare documenti alla Dallara.
Pochi giorni fa il governo ha deciso di destinare il 2% del PIL alla “difesa”, in altre parole alla guerra imperialista in Ucraina. Gli studenti sono lasciati sempre all’ultimo posto mentre si decide di finanziare l’industria della morte.
Noi crediamo che un’altra scuola sia possibile, per questo abbiamo deciso di riprenderci i nostri spazi e protestare.
Stamattina abbiamo fatto l’assemblea con tutta la scuola e poi una attività di dibattito sulla guerra in ucraina, e nei prossimi giorni faremo altre attività. I nostri obbiettivi sono l’ottenimento di una commissione paritetica a scuola per avere voce in capitolo sui progetti di alternanza e la risoluzione di tutti i problemi che abbiamo inserito nel documento di occupazione.
Però la nostra protesta non è solo per i problemi del Toschi, vogliamo che il governo la smetta di inviare armi e bombe che uccidono il popolo ucraino e che investa una volta per tutte sulla nostra formazione. Investire sulla nostra formazione però non vuol dire qualche milione una tantum che finisce nelle tasche dei privati come proposto dal PNRR, vogliamo soldi per il diritto allo studio, per abbattere le barriere economiche che impediscono di studiare agli studenti delle classi popolari.