Andrea Bui si candida con Potere al Popolo. “Per una città radicalmente diversa”

da Potere al Popolo Parma
Andrea Bui
Alle prossime elezioni amministrative di Parma, Potere al Popolo! si presenterà con un proprio candidato sindaco, Andrea Bui, ma soprattutto, con un’idea di città radicalmente diversa.

Tutte le offerte politiche sul tavolo ora si differenziano solo su aspetti marginali, mentre sulle scelte significative l’alternativa tra centro-destra e centro-sinistra semplicemente non esiste. Sono tutti perfettamente allineati ai valori cardine della politica degli ultimi trent’anni: cemento e privatizzazioni.

La casa è il fondamento della cittadinanza, senza casa la cittadinanza esiste solo sulla carta. La nostra idea di Parma è una città in cui abitare costi meno e in cui una casa popolare non sia una chimera. Dovere del Comune è garantire questo accesso alla città, a costo di scontrarsi con i gruppi economici che da un mercato immobiliare drogato traggono profitti. Una città in cui i valori immobiliari sono calmierati, poi, è una città che può cercare davvero di ridare vitalità alle nostre strade, incentivando il commercio al dettaglio. A patto di uno stop deciso a nuovi centri commerciali e supermercati: come possiamo pensare ad un cambio di mobilità se siamo costretti a prendere l’auto per fare qualsiasi cosa?

È in questo senso che la pianificazione urbanistica deve integrarsi con quella dei servizi sociali, perché solo una forte pianificazione pubblica può realizzare una transizione ecologica autentica. Altrimenti ci limitiamo alle medagliette green, paradossali dato che viviamo nella zona più inquinata d’Europa. Per realizzare una città di questo tipo occorrono risorse e la rimodulazione in senso fortemente progressivo delle tasse è un primo passo verso una soluzione più corretta. Dobbiamo guardare al futuro da una prospettiva chiara, che non sia istericamente attenta ai sondaggi di gradimento o alla successiva scadenza elettorale.

Prendiamo, per esempio, la questione giovanile: inquadrarla nel contesto della “sicurezza”, come purtroppo sarà fatto da tutti o quasi durante la campagna elettorale, è profondamente sbagliato. Certo, il problema legato alla vivibilità degli spazi pubblici è reale ed evidente, ma il malessere che esprimono questi ragazzi va affrontato seriamente, smettendo di credere che esistano soluzioni facili e puntando ad approcci diversi che investano nella formazione e nei servizi sociali. Dopo due anni di pandemia e una crisi internazionale gravissima appena iniziata, i numeri del disagio non diminuiranno: non bastano due calci nel sedere e qualche divisa in più.

Una città è i suoi abitanti, prima che i suoi prodotti tipici o i suoi valori immobiliari. Per questo è fondamentale incarnare un punto di vista radicalmente diverso, che rappresenti anche le periferie: perché la periferia diventi città e i suoi abitanti, indipendentemente dal loro luogo di nascita, dalla loro religione e dal colore della loro pelle, siano finalmente dei cittadini.