da Potere al popolo Parma
Ieri [8 febbraio 2022, ndr], davanti al Monumento alle Barricate, abbiamo avuto il piacere di incontrare il compagno Firat Anli, in esilio in Svizzera dal 2017 e qui in Italia in questi giorni per sensibilizzare su quanto sta accadendo in Turchia. Già ieri alla Casa della Musica, grazie a Rete Solidarietà Kurdistan e Ciac onlus, Firat ha avuto la possibilità di incontrare un vasto pubblico.
Ad aprile la Corte Costituzionale turca dovrà pronunciarsi sullo scioglimento dell’HDP, il Partito Democratico dei Popoli che rappresenta non solo i curdi ma anche altre minoranze presenti nello stato turco. Una formazione politica che è attestata ben oltre il 10% dei consensi rischia di essere messo fuori legge con l’accusa di fiancheggiare il terrorismo. In realtà non si tratta di terrorismo ma del PKK, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, il cui leader, Ocalan, è in carcere da decenni anche grazie alla mancata protezione fornitagli dalle autorità italiane e considerato da Turchia e dai suoi alleati NATO, tra cui l’Italia, un’organizzazione terroristica. Come lui sono in carcere migliaia di persone che si stanno opponendo alla dittatura di Erdogan e che si battono per un futuro diverso dal presente. Un presente che è fatto di repressione, di sostegno ai miliziani dell’ISIS in Medio Oriente e di una crisi economica gravissima, con un’inflazione al 50% e che sta rendendo molto difficile la vita in quel paese. E’ chiaro che il Sultano cerca di blindare il suo regime, ed eliminare l’HDP dalla scena politica rientra in una strategia per consolidare il potere, dal momento che la Turchia andrà al voto tra poco più di un anno.
Nonostante le difficilissime condizioni il popolo curdo resiste, chiede la liberazione di Ocalan e di altri militanti di HDP, come il deputato Selahattin Demirtas, in carcere da oltre duemila giorni sulla base di accuse false per le quali rischia ben 142 anni di carcere. E proprio del libro di Demirtas, Alba, ci ha fatto omaggio Firat. Noi invece abbiamo pensato di regalargli il libro degli scritti di Guido Picelli, La mia divisa, curato da William Gambetta, su iniziativa del Comitato Agosto 1922 e dal Centro studi movimenti. Non solo per il significato che le barricate antifasciste di Parma hanno nel centenario che ricorre proprio quest’anno, ma anche perché i proventi della pubblicazione sono stati devoluti alla resistenza curda in Rojava.
La solidarietà è un’arma importante e nel nostro piccolo proviamo a metterla in pratica. Incontrare persone come Firat, che è stato sindaco di Diyarbakir e ha pagato con l’esilio la sfida alle autorità turche, è di ispirazione per noi tutti che cerchiamo di costruire una realtà diversa qui. Per il momento non possiamo dare un aiuto decisivo, ma è importantissimo parlare di quello che accade in Turchia e far sentire la vicinanza ai curdi e a tutti i popoli in lotta. A partire dalle pressioni sui nostri governi.
Per questo invitiamo tutti a partecipare al corteo che si terrà sabato a Milano per chiedere la liberazione di Ocalan. Per parte nostra saremo al fianco del popolo curdo, sostenendo la rete Kurdistan che a Parma organizza ed organizzerà iniziative in sostegno di una causa che è anche nostra.