San Leonardo tra povertà e solidarietà

dal Gruppo San Leonardo Solidale

Sabato 6 marzo, alle ore 11, in via San Leonardo 20/C il gruppo San Leonardo Solidale organizza una raccolta fondi a favore di una persona senza fissa dimora del quartiere. Saremo presenti con un banchetto dove distribuiremo delle borse di arance da un chilo ad offerta libera. L’iniziativa si svolgerà rispettando la normativa anti-Covid.

La povertà diffusa in San Leonardo assume diverse forme. Ad esempio quella estremamente materiale che vive un senzatetto, che da mesi dorme per le strade del quartiere. Claudio ha lavorato per molto tempo come serramentista ma le crisi economiche che si sono susseguite lo hanno colpito duramente, ha perso il lavoro e la casa e da qualche anno si ritrova a vivere per strada. Molte persone sono passate davanti al luogo dove dorme e tanti sono gli abitanti del quartiere che gli offrono doni e piccoli aiuti. Nel nostro piccolo, come abitanti del quartiere e membri di “San Leonardo Solidale” stiamo cercando di fargli avere la residenza, in modo che possa fare la carta d’identità, avere un medico di base e un assistente sociale e magari ottenere il reddito di emergenza.

Altre volte la povertà non è tanto materiale quanto sociale e relazionale, e si manifesta attraverso forme di razzismo e discriminazione, purtroppo molto diffuse, come dimostra quanto accaduto a Sdir. Lui, pur avendo un contratto a tempo indeterminato e un ottimo stipendio, in quanto operaio specializzato negli isolamenti termici, è stato costretto a vivere con la moglie e i tre figli minori in condizioni abitative pessime e pericolose in un appartamento sovraffollato. Per lungo tempo Sdir ha cercato un’altra sistemazione ma senza risultato; appena le agenzie immobiliari sentivano il suo accento la risposta era invariabilmente negativa. Solo grazie all’intervento del Punto di Comunità San Leonardo e della Rete Diritti in Casa, dopo una lunga ricerca la famiglia è finalmente riuscita a trovare una sistemazione.

Il mercato dell’affitto a Parma è praticamente fermo. Si è concentrato fino a poco tempo fa su studenti e turisti, marginalizzando tutte le richieste provenienti da lavoratori e lavoratrici o da famiglie, considerate meno appetibili (e spennabili). Chi sperava che con la pandemia, che di fatto ha eliminato, per il momento, i turisti e ridotto enormemente il numero di studenti fuori sede, si sarebbero almeno modificati un po’ i trend del mercato dell’affitto, ha ricevuto l’ennesima doccia fredda. Gli appartamenti continuano a essere lasciati vuoti (già nel 2018 si registravano 54.000 immobili vuoti in provincia di Parma, oggi saranno presumibilmente più numerosi). Gli stranieri, che sono la percentuale maggiore di persone in affitto, sono quelli più colpiti da questo fenomeno. Le ragioni di ciò sono complesse: sintetizzando al massimo si possono riassumere in politiche abitative residuali e inefficaci, indisponibilità di persone garanti (nonostante contratti a tempo indeterminato, sempre più spesso ai locatori vengono richieste ulteriori garanzie: un cospicuo conto in banca, oppure quello di qualcun altro) e pregiudizi e razzismo verso la popolazione straniera.

I due casi sopra citati, così diversi eppure così simili, mostrano uno spaccato importante della realtà del quartiere San Leonardo: nella zona che per decenni aveva costituito il cuore industriale della nostra città, dando un’occupazione a tante famiglie e creando il suo carattere popolare e solidale, oggi abbiamo dolorose criticità legate all’emarginazione sociale, alla povertà ed al razzismo. Sdir e Claudio rappresentano casi eclatanti di un disagio economico e sociale che, in maniera forse più lieve ma non meno preoccupante, ci pare molto diffuso, ed in tendenziale peggioramento.

Questa situazione è aggravata dalla mancanza nel nostro quartiere di servizi pubblici dedicati al sostegno alla povertà economica, culturale e relazionale; la preziosa opera del volontariato spesso “mette una pezza” a queste criticità, ma l’assenza del pubblico, a fronte di un passetto in avanti, ne fa fare due indietro.

Appare evidente, ad esempio, che ci sia un’enorme necessità di case popolari e di cambiamenti nelle politiche abitative, non solo a livello di quartiere, ma nazionale. Da poco si è concluso il nuovo bando per l’assegnazione degli alloggi ERP a Parma. Le domande sono state 1862 mentre le abitazioni assegnate saranno solo un’ottantina. Nel frattempo sorgono invece progetti di “riqualificazione” importanti, come nella futura urbanizzazione della grande area ex-Bormioli, dove sono previsti principalmente solo palazzi residenziali di pregio, uffici e spazi commerciali.

Il quotidiano locale inoltre continua a dipingere il San Leonardo come un quartiere degradato e pericoloso, auspicando più polizia e più telecamere, fomentando la paura e la percezione dell’insicurezza negli abitanti, quando sono tantissimi gli studi che dimostrano come siano sono molto più efficaci i programmi di intervento sociale e di costruzione di legami comunitari, piuttosto che i metodi repressivi, per migliorare la vivibilità dei quartieri. Spesso queste campagne mediatiche sono funzionali ai processi di gentrificazione, di cui i quartieri ex-industriali a ridosso del centro come il San Leonardo sono spesso oggetto.

Ribadiamo che San Leonardo non ha bisogno di ulteriori telecamere, centri commerciali, speculazioni urbane e “riqualificazioni” in cui ci guadagnano solo i privati. Le vere necessità sono servizi per le persone in difficoltà economica, edilizia a canone sociale e centri culturali, spazi per i giovani, parchi puliti e una viabilità che non ci soffochi i polmoni.

Se anche tu credi che in cima alla lista ci siano le persone, con le loro criticità ed i loro bisogni, e che è giusto e corretto aiutare chi vive al nostro fianco e si trova in un momento di difficoltà, ci troviamo sabato 6 marzo alle ore 11 in via s.Leonardo 20/C, davanti alla sede CUB, per un concreto momento di solidarietà con tutte le persone che hanno difficoltà abitative: vogliamo distribuire borse di arance da 1 kg al fine di raccogliere fondi a sostegno di Claudio e sensibilizzare il quartiere a queste tematiche.