dal Partito della Rifondazione Comunista di Parma
Due gravi avvenimenti recentemente hanno reso evidente in modo drammatico che il diritto a un luogo dove abitare viene colpevolmente trascurato nella nostra città. Da anni alcune persone vivevano in un edificio abbandonato nei pressi di Via Po, in condizioni di degrado e di estrema difficoltà, e l’unico intervento che l’Amministrazione Comunale ha saputo garantire è stato lo sgombero improvviso e forzato, con tanto di ruspe e polizia schierata in gran forze, criminalizzando e trattando persone come orribili minacce al decoro. Invece del teatrino messo in atto dai due assessori Casa e Alinovi, si doveva intervenire in modi e tempi diversi, avendo cura di quelle persone e offrendo loro adeguate e valide alternative. Altro caso in Borgo del Naviglio, giustamente denunciato dalla Rete Diritti in Casa: il 29 dicembre verranno messe in strada circa 20 persone che risiedevano in una struttura di accoglienza per lavoratori stranieri single, i quali pagavano un regolare affitto. Il centro chiude, per non riaprire più, per lavori di manutenzione e, pur essendo a conoscenza da tempo della situazione, il Comune non propone a quei lavoratori alcuna soluzione alternativa.
Al di là di queste situazioni di estremo disagio, che si aggiungono ad altri troppo numerosi casi di persone che vivono per strada e dormono in ricoveri di fortuna, l’emergenza casa è una realtà quotidiana anche per tanti lavoratori: per gli affitti troppo cari una famiglia che possa contare su un solo reddito da lavoro è costretta a gravi sacrifici per garantirsi un’abitazione; e quando il peso diventa insostenibile, gli sfratti colpiscono le famiglie in difficoltà. Invece, la sicurezza di un luogo dove abitare deve diventare un diritto inalienabile per tutti, deve considerarsi, come l’assistenza sanitaria, una questione di sopravvivenza, il minimo indispensabile per consentire una vita dignitosa. Deve intervenire lo Stato con adeguati interventi legislativi, ma nel frattempo Comune e Regione devono destinare attenzione e risorse a questo problema da tempo trascurato. Occorre invertire la tendenza che progressivamente ha ridotto il numero delle case popolari: intendiamo per case popolari quegli alloggi in cui la pubblica amministrazione stabilisce affitti proporzionali al reddito. Numerosi alloggi sono stati messi in vendita senza che altri siano stati messi a disposizione. Altri tipi di alloggio devono rispondere ad esigenze specifiche (come la struttura che accoglie lavoratori migranti single che adesso si vuole chiudere) o a situazioni di emergenza (come i dormitori pubblici che adesso hanno posti insufficienti) senza che le questioni burocratiche diventino un ostacolo. Ma adesso è urgente che l’Amministrazione Comunale si occupi seriamente delle decine di persone che, in pieno inverno e a dispetto di tutti i discorsi sull’emergenza sanitaria, si sono ritrovate in mezzo a una strada, offrendo loro valide soluzioni alternative”.
Parma, 27 dicembre 2020