da Collettivo educatori e operatori del sociale di Parma
Il 21 Maggio è entrato ufficialmente in vigore il nuovo contratto collettivo nazionale della cooperazione sociale, un rinnovo contrattuale su cui abbiamo già espresso un parere negativo, sostenendo il No nelle assemblee che CGIL-CISL-UIL hanno indetto per presentare l’accordo (No che in diverse assemblee sul nostro territorio ha vinto). La prima conseguenza tangibile sarà la trattenuta del cosiddetto “contributo di servizio contrattuale” sulla prima tranche di una tantum , ossia lo 0,1% della retribuzione annua lorda andrà ai sindacati confederali per il “servizio di contrattazione”.
Nell’accordo il contributo era definito volontario, ma il sistema è quello del silenzio assenso, quindi per chi non volesse versare questo “contributo” rimane la possibilità di firmare un’auto-dichiarazione in cui si esplicita il proprio rifiuto. Invitiamo a fare in fretta perché questa auto-dichiarazione va presentata prima che la cooperativa eroghi la prima tranche di una tantum. E visto che si pretende un contributo, e che il contratto appena rinnovato scadrà a fine anno, invitiamo i sindacati confederali a chiamare i lavoratori anche prima dell’inizio della contrattazione, non soltanto dopo la chiusura degli accordi.
Siamo molto arrabbiati ma la richiesta che facciamo è sincera e non solo provocatoria: auspichiamo assemblee che raccolgano il malessere dei lavoratori delle cooperative sociali, che siano in grado di portare ai tavoli una piattaforma davvero costruita insieme a chi lavora nei servizi. Riteniamo che il coinvolgimento dei lavoratori sia indispensabile anche per avere un peso maggiore nelle contrattazioni che altrimenti si riducono all’edulcorazione dei voleri delle cooperative sociali, sempre più grandi, sempre più aziende e sempre meno cooperative, tanto meno sociali. Il futuro per noi non è con un sindacato che chiede deleghe in bianco si finanzia con contributi estorti con il silenzio assenso. Ce lo immaginiamo molto diverso, vorremmo non essere da soli.