Il welfare non ha bisogno di telecamere

da Potere al Popolo Parma

Spesso si parla dei servizi sociali soltanto quando emergono fatti di cronaca gravi: maltrattamenti e percosse verso anziani, bambini e disabili. Eventi gravissimi, che scatenano rabbia perché compiuti su persone fragili e proprio da chi dovrebbe prendersene cura. Fenomeni che hanno cause complesse che chi ha responsabilità di governo avrebbe il dovere di approfondire: dalla selezione del personale alla sua formazione, dalla logica degli appalti al ribasso fino alle condizioni di lavoro sempre peggiori degli operatori, per non parlare della privatizzazione selvaggia del welfare. Su tutte queste cause, i governi che si sono succeduti negli ultimi anni hanno grandi responsabilità, perché hanno demolito il welfare pubblico e scaricato il peso della crisi su chi lavora in quel settore e sui fruitori dei servizi.

Oggi si annuncia che il problema sarà risolto con l’installazione di telecamere in queste strutture, milioni di euro per un provvedimento di facciata, ipocrita, che non risolverà nulla, lasciando inalterate le cause del disfacimento della rete dei servizi pubblici. Un provvedimento buono solo a fare un po’ di propaganda, per provare a spuntare qualche punto in più nei sondaggi, fare qualche comparsata sui giornali per deputati e senatori che sgomitano pur di intestarsi questo grande successo. Una politica fatta di propaganda e affari da cui ci sentiamo lontani: preferiamo ascoltare e sostenere il grido inascoltato dei lavoratori del sociale e di chi dovrebbe fruire di diritti alla cura e, invece, si ritrova in un mercato delle prestazioni dove non esistono più diritti. Una politica che cerca fan, follower e sponsor il cui consenso è destinato a evaporare rapidamente così come si è guadagnato, mentre delle macerie ci dovremo occupare tutti per lungo tempo.