da Potere al Popolo Parma
Il messaggio lanciato da Greta Thurnberg e risuonato nelle mille piazze dei Fridays for Future è chiaro: la gestione del cambiamento climatico attraverso gli strumenti di mercato – cioè l’idea alla base sia del Protocollo di Kyoto (1997) sia dell’Accordo di Parigi (2015) – non funziona. Le élite che l’hanno sostenuta hanno fallito, quindi non è a loro che dobbiamo rivolgerci. E le soluzioni ci sono. Il problema è che portano benessere ma non profitto: ridurre le emissioni migliorerà la nostra vita e renderà possibile quella futura, ma non arricchirà nessuno. In altre parole, la logica del portafoglio gonfio va contro quella della vita in comune.
Impossibile non sostenere con forza studentesse e studenti che la mattina di venerdì 15 marzo saranno in piazza anche a Parma. In particolare, la nostra è una provincia dove la contraddizione tra benessere e profitto è più acuta che altrove, basta leggere i dati più recenti sul consumo di suolo: possiamo davvero presentarci al mondo come la deliziosa food valley e poi distruggere campi coltivabili a ritmi forsennati?
Saremo come sempre in piazza, quindi, anche per ricordare a chi farà sentire la propria voce che non è solo. Un grande movimento per la giustizia climatica in Italia esiste da decenni e si è coraggiosamente battuto contro i mega-progetti infrastrutturali che, auspicando una crescita infinita a discapito dell’equilibrio ambientale, rendono impossibile un reale e significativo abbattimento delle emissioni. Questo grande movimento sosterrà lo sciopero per il clima del 15 marzo e rilancerà il percorso di mobilitazione che vede un altro appuntamento immancabile nella Marcia per il clima e le grandi opere inutili del 23 marzo a Roma.