La Redazione
Lo scorso 8 marzo non è stata solo la giornata delle grandi manifestazioni tenute in tutta Italia (e non solo) contro discriminazione e violenza di genere. Nella mattina dello stesso giorno, infatti, i lavoratori del sociale dell’Emilia-Romagna si sono ritrovati in presidio sotto i palazzi della Regione a Bologna «per manifestare e informare su quanto la categoria sia ormai da tempo martoriata – spiega nel proprio comunicato l’Adl Cobas regionale che ha indetto lo sciopero -. Nel frattempo, dentro il palazzo si svolgeva il convegno “I numeri della Cooperazione sociale in Emilia-Romagna”, numeri che i lavoratori conoscono bene, soprattutto se si parla di CCNL fermo da oltre 6 anni, appalti sempre più a ribasso, leggi devastanti per il settore e precarietà diffusa».
Tra i partecipanti alla manifestazione c’era anche il neonato Collettivo Educatori e Operatori del Sociale di Parma e Provincia, di cui abbiamo pubblicato il manifesto.
(Di seguito alcune immagini dal presidio).
La giornata si è conclusa con l’incontro ottenuto dal sindacato con Elisabetta Gualmini, assessore alle politiche sociali, e con i responsabili del settore politiche sociali e migrazione della Regione. «L’incontro, pur essendo stato interlocutorio – spiega la nota dell’Adl Cobas -, può essere definito comunque un primo passo positivo: da una parte sulla questione della legge “ex-Iori” ci è stata illustrata sommariamente una delibera regionale, che dovrebbe essere portata al voto il 25 Marzo prossimo, per garantire a tutte le educatrici e gli educatori in servizio fino al 31/12/2017 (quindi precedentemente all’entrata in vigore della legge ex-Iori) la possibilità di esercitare nei servizi riguardanti minori, disabili e anziani senza il bisogno di alcuna qualifica da educatore professionale (quindi senza l’acquisizione dei 60 cfu utili all’ottenimento della qualifica del corso di laurea L-19). Dall’altra è stata esplicitata la teorica disponibilità da parte della Regione per un tavolo congiunto tra Istituzioni, Centrali Cooperative e lavoratrici/ori con Adl Cobas, per approfondire al meglio le nostre richieste soprattutto sul fronte dei tagli nel settore dell’accoglienza, rispetto ai quali non vi è stato alcun sbilanciamento. L’incontro si è concluso con l’impegno da parte della regione di farci avere entro 10 giorni una risposta per il tavolo».