L’associazione culturale BuUUio è nata 5 anni fa in Oltretorrente. Tutto quello che ha fatto (decine e decine di concerti, mostre, reading e tanto, tanto, tanto altro) l’ha pensato e realizzato in Oltretorrente. Tutto quello che vuole fare lo vuole ricreare in Oltretorrente. Il perchè? Passateci un pomeriggio o una serata. Qui c’è un’aria diversa, a volte irrespirabile (certo, i problemi ci sono ovunque, come negarlo) ma sempre viva e sgambettante. Qui tutto ha una storia e un significato. Le sagome dei suoi abitanti – dai ragazzi all’ombra della statua di Piazzale Corridoni alle signore scattanti all’uncineto ai piedi della statua di Don Lino -, i suoi riti – dal coloratissimo mercato della domenica in piazzale Matteotti al silenzio straniante dell’Annunziata -, le sue facce: dai kebbabari con l’accento parmigiano di via d’azeglio su su fino al gattaro del ponte di mezzo, e in mezzo tutti i ragazzi che la animano. Ogni angolo ti fa pensare alla sua storia di resistenza. Resistenza, innanzitutto, ieri oggi e domani. Per non parlare di realtà vere e invincibili come Chourmo EnoLibreria e Art Lab Occupato e tante tante tante altre, che ve lo diciamo a fare. E invece la Gazzetta di Parma cosa fa nella sua prestigiosa edizione domenicale? Lo descrive come manco il peggior quartiere di Caracas, fra spaccio di droga, ubriaconi, che manca l’influenza spagnola e le abbiamo tutte, (no, non abbiamo nemmeno la decenza di linkare l’articolo). Eppure meno di un mese fa abbiamo messo su assieme a tanti altri una meravigliosa Festa dell’Oltretorrente che evidentemente preannunciava il clima da guerra civile profetizzato dalla Gazzetta. Al centro potete trovare il pericoloso cantautore dissidente Francesco Pelosi mentre aizza le folle alla sovversione. Ai lati della piazza bambini atti ad elemosinare. In piedi, ovunque, ragazzi tristi dalla sbronza triste. Il cielo è grigio e accattone. Sullo sfondo la piazza si restringe in un vortice di spaccio e illegalità dalle tinte fosche.
Grazie Gazzetta di Parma, fai venire voglia di ricostruirlo ogni giorno, l’Oltretorrente.
Associazione culturale BuUUio
Stamattina (ieri ndr) ho avuto la spiacevole sorpresa di trovare per l’ennesima volta l’Oltretorrente sbattuto in prima pagina con un titolo così ridicolo da risultare patetico. Essendo un residente e grande amante del quartiere mi sono subito sentito offeso da tale titolo e, tanto più dall’articolo. Inoltre, la zona in questione (piazzale Inzani ed i borghi limitrofi) la conosco molto bene in quanto ho scelto di viverci e lavorarci. Ormai sono passate varie ore e ancora non riesco a capacitarmi come sia possibile che un giornale cittadino, quale è la Gazzetta di Parma, persista in una politica di denigrazione dell’Oltretorrente fatta di slogan e titoli sensazionalistici sbattuti in prima pagina senza mai affrontare, in maniera critica e seria, i problemi che esistono e di cui tutti siamo a conoscenza. Attribuire a “la gente ed i commercianti” di Piazzale Inzani affermazioni di qualche esaurito che non ha neanche il coraggio di metterci la faccia è oltremodo scorretto se si considera il fatto che, in questo modo, si manda in fumo il lavoro e l’attenzione che la VERA “gente ed i commercianti” di Piazzale Inzani fanno quotidianamente da anni per rendere questa zona del quartiere vivibile ed il più possibile pacifica.
Ho la fortuna di osservare il Piazzale dalla mattina alla sera tutti i giorni della settimana e vedo bambini correre e giocare sotto la silenziosa supervisione della statua di Padre Lino e simpatiche e vispe signore chiacchierare mentre fanno l’uncinetto sull’uscio delle loro abitazioni. Ho visto organizzare (sempre “dal basso”) vari eventi sempre con l’intento di far conoscere e vivere questo quartiere tanto bistrattato dalla Parma Bene. Le stesse persone di cui sopra, oggi erano allibite da leggere che la Gazzetta gli attribuisce affermazioni quali “viviamo tra gli ubriachi”, “scorre alcool e droga a tutte le ore del giorno”. Tutti noi sappiamo che ci sono alcune persone che non si comportano bene e creano dei problemi ma tali situazioni sono costantemente segnalate alle autorità competenti nella speranza di isolarle e farle cessare il più velocemente possibile. Senza andare troppo per le lunghe, mi chiedo quindi a cosa serva un titolo ed un articolo del genere? Dovrebbe forse, secondo l’autore e la coraggiosa fonte, risolvere il problema? O non è forse più probabile che il lavoro svolto da molti sia rovinato e la reputazione del quartiere ingiustamente infangata nuovamente? Sinceramente, comincio a credere nella malafede. Non voglio credere che ci sia un interesse speculativo nel fare abbassare i prezzi degli immobili del quartiere, ma sicuramente si vuole cavalcare il malcontento del paese per vendere qualche copia in più. Sicuramente parliamo di tutto, ma non di vero giornalismo.
Marcello Alviggi