da Rifondazione comunista e Giovani comunisti/e di Parma
Lo scorso venerdì 15 marzo circa 10 mila persone, in gran parte studentesse e studenti, hanno attraversato le vie della nostra città, così come in tantissime altre città d’Italia e del mondo. Da anni a Parma non si vedeva una manifestazione così imponente, una bella boccata d’aria pulita in una città soffocata dalle polveri sottili. Guardando le foto di Piazza Garibaldi stracolma, colorata e determinata, si può, però, scovare un intruso: a prendere parola in difesa del Pianeta e dell’ambiente. In piazza è intervenuto anche il sindaco Federico Pizzarotti.
Ma se venerdì il Sindaco ha vestito in verde, domenica è tornato al completo grigio smog e cemento, nel quale, evidentemente, si trova sempre più a suo agio. Rispondendo via social ad una lettera del Comitato No Cargo, nella quale cittadini allarmati hanno richiesto giustamente un ripensamento circa il progetto di ampliamento e riconversione cargo dell’aeroporto. Il sindaco ha difeso a spada tratta il progetto e ad una richiesta d’incontro ha risposto che “quando saremo nella fase finale, ad oggi molte pratiche sono in corso, organizzeremo un incontro volentieri”. Come dire, vi incontreremo, certo, quando sarà già tutto deciso.
Tutto ciò conferma la natura mutevole di questa amministrazione che, da un lato propone in città, in Italia, e ora anche in Europa, l’immagine di sindaco-paladino dell’ambiente e della sostenibilità, dall’altro, passando dalle parole ai fatti, si rende responsabile di scelte politiche che vanno in senso opposto.
Nella sua prima campagna elettorale Pizzarotti assicurò che l’inceneritore non sarebbe stato costruito, venne eletto e il forno fu costruito; lo slogan allora diventò “affamiamo il mostro”, ma niente da fare, non solo il forno ora brucia a pieno carico, ma, anche nel 2018, sono stati sforati i limiti previsti.
Nell’ottobre 2015, quando in gioco c’era la decisione sulla Ti-Bre, Pizzarotti disertò l’assemblea dei sindaci che doveva esprimere un parere sull’opera, rinunciando così all’impegno per evitare un intervento di pesante impatto ambientale, oltre che del tutto inutile.
Veniamo all’area di Baganzola, sulla quale, incombono progetti preoccupanti: non solo l’ampliamento e la riconversione cargo dell’aeroporto, ma anche il mall, l’ennesimo mega centro commerciale, il più grande dell’intera Regione. Certo, un’opera ereditata dalla giunta Vignali (approvata con un solo voto contrario, quello del consigliere di Rifondazione comunista Marco Ablondi) ma che il Comune, facendo valere l’aggiornamento del regolamento Enac, avrebbe potuto (dovuto) bloccare, negando i permessi di costruire per l’incompatibilità con l’aeroporto già nella sua dimensione attuale. Così non ha fatto. L’Amministrazione ha rilasciato i permessi e la costruzione del mall è iniziata, interrotta, per ora, solo dall’ intervento della magistratura e dal sequestro del cantiere.
Non è solo il consumo di suolo a preoccupare, rimane nella nostra città l’emergenza inquinamento atmosferico e polveri sottili, che rende ancora più inaccettabili le decisioni dell’amministrazione su inceneritore, mall e aerocargo. I continui sforamenti ci allarmano, i danni alla salute sono ormai provati e pensiamo che questi dati richiedano un’attenzione maggiore, ma l’intervento dell’Amministrazione comunale è stato fin qui inconsistente. Sarebbe necessario, oltre ad un piano di efficientamento degli edifici, un adeguato incentivo alla mobilità sostenibile, favorendo trasporti pubblici e mobilità dolce e disincentivando l’uso dell’auto privata. Ma nulla di tutto questo è stato messo in campo in questi anni, anzi, spesso, ci si è mossi in direzione esattamente contraria, come anche nel caso della recente proposta dell’ennesimo parcheggio sotterraneo in centro città.
Oltre a non condividere nel merito queste scelte politiche le contestiamo anche nel metodo. Ogni progetto viene imposto alla città senza alcun spazio di dialogo con cittadini e associazioni, che fine ha fatto la democrazia partecipata? La risposta alla lettera del Comitato No Cargo è emblematica in questo senso, così come lo è il caso del progetto della pista ciclabile nel greto del torrente Parma. Un’ultima vicenda che testimonia la scarsa attenzione che questa Amministrazione riserva alle osservazioni critiche sollevate dalle realtà ambientaliste cittadine, che crediamo meritino un maggiore ascolto.
Evidentemente Pizzarotti ha frainteso il senso delle mobilitazioni del 15 marzo: non ci si schiera per la giustizia climatica e la tutela ambientale solo il venerdì ma ogni giorno dell’anno, la difesa dell’ambiente richiede necessariamente un dialogo continuo con i cittadini insieme a scelte lungimiranti e coraggiose nell’interesse della collettività.