A Parma, come in altre città di Italia e nel resto del mondo, gli studenti dell’università stanno da più di due settimane occupando i locali universitari contro il genocidio in Palestina. A Parma le tende sono piazzate nel Chiostro di Lettere in via d’Azeglio. Al centro della protesta studentesca vi è una denuncia rispetto al coinvolgimento del mondo accademico, con particolare riferimento all’UNIPR, nell’industria bellica e nel genocidio. Continue reading “L’acampada studentesca all’Università di Parma”
È di ieri la notizia che Iren non ha rinnovato l’accordo con Mekorot, siglato circa un anno fa. Ne dà notizia il sindaco di Reggio Emilia dichiarando che l’accordo è giunto a scadenza e non più vigente a partire da gennaio 2024. Una dichiarazione che fa seguito ad una mobilitazione che è in piedi da quando si è avuta notizia della sigla della collaborazione tra la multiutility israeliana e quella italiana, ma che ha visto un intensificarsi della pressione dopo la strage israeliana tuttora in corso a Gaza e che ha provocato quasi 30 mila morti. Continue reading “Il boicottaggio funziona! Iren costretta a ritirare il patto con Mekorot!”
Sabato 2 dicembre ci siamo ritrovati davanti a Iren per un volantinaggio per denunciare ancora una volta alle cittadine e ai cittadini di Parma l’accordo commerciale Iren-Mekorot. Mekorot è una azienda israeliana che gestisce le infrastrutture idriche della Cisgiordania e garantisce un accesso illimitato all’acqua alle colonie israeliane. Ma oltre a gestire in monopolio le risorse idriche Mekorot partecipa attivamente al monitoraggio e alla limitazione dell’uso dell’acqua da parte dei palestinesi nella Cisgiordania occupata, fornisce tecnologie per individuare presunti “furti d’acqua” da parte delle comunità palestinesi, che subiscono distruzione di pozzi e divieti di costruzioni di infrastrutture idriche, per le quali devono essere richiesti all’autorità israeliana permessi speciali. Continue reading “A Parma un presidio per denunciare l’accordo commerciale Iren-Mekorot e in sostegno alla lotta del popolo palestinese”
Il genocidio del popolo palestinese ad opera di Israele è tra i più efferati dalla fine della II guerra mondiale: si compie in diretta, sotto gli occhi inorriditi ed increduli della popolazione mondiale che assiste ad un massacro in assoluta violazione del diritto internazionale e in totale dispregio di ogni sentimento di umana pietà. Tanta ferocia criminale ha suscitato grande sdegno nel mondo, come raramente è accaduto. Le piazze ovunque sono solidali coi palestinesi. Continue reading “Il genocidio palestinese: lente d’ingrandimento delle colpe dell’occidente”
Oggi, sabato 18 novembre si svolgerà a Parma una nuova manifestazione di solidarietà con il popolo palestinese e per il cessate il fuoco su Gaza. La partenza del corteo è prevista per le 15, con concentramento a piazzale Santa Croce. In vista di questo nuovo appuntamento la comunità italo-palestinese di Parma ha scritto una lettera aperta al Comune di Parma che pubblichiamo [ndr].
Noi della comunità palestinese di Parma, arrivati ora alla terza generazione (essendo molti di noi arrivati da decenni, ai quali si sono aggiunti studenti e dottorandi) in molti siamo cittadini italiani e i nostri figli e nipoti sono italo-palestinesi. Possiamo definirci Comunità di italo-palestinesi parmensi e apprezziamo la nostra città, Parma, medaglia d’oro al valore militare, decorata il 9 settembre 1947 per il sacrificio della sua popolazioni e per la sua lotta Partigiana.
Da tempo a Parma non si vedeva un corteo come quello di ieri. Un migliaio di persone hanno scandito slogan ininterrottamente, per lanciare un grido di dolore che arrivasse alle orecchie intorpidite dei nostri governanti, della nostra società, che assiste in prima serata ad un massacro senza precedenti negli ultimi decenni, quello dell’esercito israeliano nella striscia di Gaza, arrivato alla triste conta di 10 mila vittime, senza risparmiare, scuole, ospedali, ambulanze, tendopoli. La chiamata della comunità palestinese di Parma a cui abbiamo aderito e contribuito con entusiasmo ha chiamato il concentramento in Piazzale Picelli, un richiamo all’antifascismo e alla resistenza che ha permeato tutto il corteo, terminato proprio sotto il monumento al Partigiano.
Sabato 7 ottobre ero a Betlemme, a casa della mia amica Nur, mi ero svegliata presto perché nel pomeriggio dovevo rientrare in Italia, stavo preparando i bagagli. Nur abita in un campo profughi, uno dei tre presenti i città, uno tra i 27 della Palestina occupata, uno tra i 32 presenti in Siria, Libano e Giordania. Questi campi sono nati insieme all’esodo dei rifugiati palestinesi in fuga dall’occupazione militare israeliana del 1948: anno diventato periodizzante e contestato, ricordato da una parte come la nakba, la catastrofe, in cui venne perso lo stato e iniziò il genocidio della popolazione araba; dall’altra parte, celebrato come l’anno di fondazione dello stato ebraico. Continue reading “Il terrore del quotidiano”
di Comunità palestinese di Parma, Potere al Popolo, Marx 21, Fronte comunista, FGC, Artlab, Ecologia Politica Parma e Studenti contro il carovita
“Tutti a dire della rabbia del fiume in piena e nessuno della violenza degli argini che lo costringono”. Il 7 ottobre ci siamo svegliati e ci siamo ricordati della Palestina. Con una semplificazione estrema l’occupazione, il colonialismo, la pulizia etnica e l’apartheid attuati indiscriminatamente e quotidianamente da Israele sono stati cancellati e così i nostri politici fanno a gara di solidarietà per dimostrarsi vicini a Israele, condannare la Resistenza palestinese e schierarsi dalla parte giusta.
“La Striscia di Gaza è sempre più il luogo dove Tel Aviv sperimenta le sue armi più mortali che poi esporta all’estero. Un business redditizio: l’industria militare israeliana misura il doppio delle esportazioni pro capite della sua controparte statunitense ed impiega una percentuale di forza lavoro nazionale del doppio rispetto a USA e Francia”, (16 ottobre 2018, Nena News).
La ricchezza della società si presenta ancora oggi come una enorme accumulazione di merci. Esse la rappresentano in quanto sono depositarie al loro interno di un valore materiale in grado di appagare dei bisogni che riflettono l’oggetto di desiderio del consumatore. Fra tutte le merci in circolazione, le armi soddisfano un bisogno alquanto particolare. La loro utilità spesso è legata alla capacità di distruggere, annientare, eliminare proprio il destinatario del suo scopo intrinseco: il consumatore diventa il consumato. Il valore d’uso delle armi cioè esprime la terribile necessità di autodistruzione del sistema, della sua periodica svalorizzazione, sia nella componente variabile (quella umana) che in quella costante (dei mezzi e dei materiali) necessari alla produzione. Continue reading “Butterfly bullet (pallottola a farfalla)”