di Casa delle donne Parma

Succede che a Parma quest’anno il corteo del 25 novembre, quello per la giornata contro la violenza di genere, sarà il 22 novembre. Anticiparlo al sabato è stata una scelta fatta dalle associazioni e realtà che ogni giorno lottano contro le molteplici forme di violenza presenti nelle nostre relazioni e nelle nostre vite, e il Comune di Parma, per far in modo di essere in piazza tutt3 insieme, student3 e mondo adulto, accomunati da un’unica necessità: eliminare la violenza di genere.
Casa delle donne, Centro antiviolenza, Centro studi movimenti, Giolli coop, Spazio giovani e Maschi che s’immischiano hanno costruito un percorso di formazione e preparazione al corteo al quale volontariamente hanno partecipato circa un’ottantina di student3, provenient3 da tutte le scuole secondarie di secondo grado di Parma. Quattro incontri per parlare di relazioni, amore, violenza, possesso, gelosia, paura e per riflettere su come la violenza viene raccontata e talvolta normalizzata dai media e nelle campagne pubblicitarie, anche quelle istituzionali. Quattro pomeriggi di laboratori, nei quali è stato costruito uno spazio di confronto sicuro e non giudicante per praticare femminismo e parlare partendo da noi. Insieme è stato anche costruito concretamente il corteo di sabato mattina, dagli slogan ai volantini, agli interventi che studenti e studentesse faranno sul palco in Piazza Garibaldi.

Volevamo che in piazza ci fossero le scuole, tutte e che la partecipazione fosse il più allargata possibile, per far passare chiaro il messaggio che ai cortei non ci si va per delega o per rappresentanza, ma ci andiamo noi, con i nostri corpi, con le nostre voci. E volevamo esserci anche noi, insieme a loro, per ribadire che la violenza riguarda tutt3 aldilà dell’età, del ceto sociale, dell’etnia e dell’orientamento di genere.
Per ora questi incontri hanno generato in molt3 la voglia di buttare fuori quello che hanno dentro. C’è chi lo ha fatto scrivendo cartelloni e pensando a slogan e striscioni, chi attraverso le note di una canzone e chi scrivendo, come Asia Lampredi. Asia è una delle tante ragazze che ha costruito questo percorso e che oggi, per definirsi, si è chiamata attivista. Asia ha scritto un testo potente, le sue parole sono pugni nello stomaco e costringono a pensare all’impensabile e aggiungono un motivo in più per scendere in piazza sabato.
«Sono Melania, ho 5 anni, sono molto bella e ho gli occhi grandi. Prima di andare a casa la mamma mi dice di dare un bacio a tutti, io non ne ho voglia, ma il papà dice che questi capricci sono brutti. Ma io un bacio al nonno l’ho già dato, solo che non lo avete notato. Ed è così che vuole lui, dice che è una cosa tutta nostra, che non devo dirlo a nessuno, che se dico in giro che sono la sua preferita ferisco i sentimenti altrui. La mamma ha detto che se uno sconosciuto mi fa sentire a disagio la devo avvertire, ma il nonno io lo conosco e l’ho sempre conosciuto. Mi vuole bene, non c’è niente di male. E allora perché fa così male?
Sono ancora Melania, ho 10 anni. Il nonno mi vuole ancora bene, ma non come prima, non penso di essere più la sua preferita, ora ho una sorellina. E lei piace a tutti, sì, ma al nonno in particolare, ora ha con lei un rapporto speciale. Sì, sono gelosa, lo ammetto, ora non sono più il suo segreto nel cassetto. Ma il papà non capisce, mi dà su perché sono grande e dovrei saperne di più. Allora taccio perché il nonno mi vuole bene ed Anita è piccolina, perché dovrei farli rimanere male per un capriccio?
Sono Melania, ho 15 anni e neanche ai miei piaccio più molto, dicono che sto più in silenzio di un morto. Loro non sanno che chiasso fa la mia mente, ma se mi lamento forse offendo la gente. Allora taccio mentre mi rigo il braccio perché io sto uno straccio, ma a nessuno frega un cazzo. Forse proprio a nessuno no, però, Marco mi ha scritto perché dice che sono carina e parla con me dalla sera alla mattina. Non si stanca mai di ascoltarmi e mi capisce come nessuno mai ha saputo amarmi. Alla mamma e al papà però non lo dico, mi hanno insegnato che agli sconosciuti non si parla nemmeno, ma io lo conosco, Marco è mio amico. Sono Melania, ho compiuto 16 anni e Marco dice di volermi fare una sorpresa, non vedo l’ora, con lui mi sento davvero compresa. All’appuntamento però si presenta un anziano, sa tante cose su di me e mi dice “andiamo”. Penso che questo signore fosse amico del nonno, anche a lui piacciono i segreti che mi fanno passare il sonno. Credo di aver combinato un casino. Non ce la faccio più. Sono grande, avrei dovuto saperne di più. E adesso a chi lo dico? Marco non era mio amico. I miei me lo avevano detto, se parlo penseranno di aver fallito come genitori, che abbia voluto far loro un dispetto. “Non ce la faccio più, ho troppe cose da urlare”, penso mentre faccio un passo oltre all’orlo e finalmente mi lascio andare».
