dall’Assemblea dei lavoratori del Teatro Regio di Parma
In teatro non capita spesso di mettere d’accordo tutti, ma quando una settimana fa è iniziata a circolare, da parte di alcuni lavoratori, la proposta di realizzare ed esporre uno striscione per la Prima di “L’Elisir d’amore”, non ci sono stati dubbi, obiezioni o perplessità.
Un messaggio tanto semplice e banale che si fatica a capire perché sia tanto osteggiato o perché qualcuno dovrebbe esserne contrariato.
“Cessate il fuoco”. Un messaggio, un desiderio, più che altro una speranza.
Ci siamo ritrovati in palco ed una volta srotolata la tela e preparato il colore sono stati in tanti, soprattutto in tante a dirla tutta, a voler dare il proprio contributo.
Probabilmente per lasciare un segno, per provare a scrollarsi un po’ di dosso quell’orrore quotidiano a cui nessuno si vuole abituare, per dirsi che non siamo rimasti zitti mentre il mondo, ancora una volta, decideva di risolvere le proprie controversie a suon di bombe e raffiche di kalash.
Non vogliamo entrare nel merito del “conflitto” che insanguina il Medio-Oriente da oltre 70 anni, ognuno nel corso del tempo si sarà fatto la propria idea e probabilmente si ritroverà a parteggiare per una delle parti in causa. Non è questo il momento di discutere chi sia più cattivo tra Hamas e il governo israeliano. Questo è il momento di dire semplicemente basta, dateci un taglio, lasciateli vivere, cessate il fuoco.
Noi non ci stiamo, noi non siamo come i nostri governanti che dall’Ucraina alla Palestina, continuano a buttare benzina sul fuoco, a scartare qualunque proposta di diplomazia, intermediazione o dialogo.
Vogliamo tracciare una linea profonda che ci divida da chi promuove la guerra, oggi come ieri, perché presto o tardi saranno chiamati a rispondere di tutte queste atrocità, di questa follia.
CESSATE IL FUOCO.