da Fronte della Gioventù Comunista Parma
Sabato scorso, 13 marzo, si è tenuta a Piacenza una manifestazione nazionale di Si Cobas contro l’ondata repressiva che ha colpito una trentina di lavoratori del magazzino Fedex-TNT, protagonisti degli scioperi tra gennaio e febbraio. Di seguito il comunicato del Fgc Parma che ha partecipato all’evento di piazza.
All’alba di mercoledì 10 marzo, 21 lavoratori della TNT di Piacenza hanno subito perquisizioni in casa e sono stati condotti in questura. La loro colpa è di aver resistito per 13 giorni in sciopero, nonostante le pressioni e le cariche delle forze dell’ordine. 13 giorni di lotta che si sono tradotti in una vittoria degli scioperanti con conseguente ritiro dei 300 licenziamenti previsti. In totale, 21 sono gli indagati, 5 sono sottoposti a divieto di dimora, diversi hanno ricevuto provvedimenti di revoca dei permessi di soggiorno e due coordinatori locali del Si Cobas sono agli arresti domiciliari.
Nello specifico, i reati contestati sono «resistenza aggravata a pubblico ufficiale», «lesione personale aggravata» e «violenza privata», da ricondursi ai fatti della sera tra l’1 e il 2 febbraio, quando le forze dell’ordine provarono a rompere il picchetto dei lavoratori in sciopero. Una grande azione di solidarietà da parte dei lavoratori degli stabilimenti vicini e degli abitanti del territorio consentì allo sciopero di resistere pur con un bilancio finale di decine di lavoratori portati in ospedale per le ferite, a rappresentare tutta la violenza utilizzata dalla polizia.
La repressione giudiziaria che subiscono oggi i lavoratori e i sindacalisti della TNT di Piacenza non rappresenta una novità. Negli ultimi anni la repressione statale contro chi lotta per i propri diritti è stata all’ordine del giorno. Non è un caso che lo Stato abbia cercato di spezzare la resistenza operaia. TNT-FedEx, colosso del settore logistico, già da tempo ha annunciato un piano di 6.000 esuberi in Europa. I primi a essere colpiti furono i 672 di Liegi, in Belgio. In Italia, la lotta dei lavoratori dell’azienda va avanti da tempo. A maggio 2020 i 66 licenziamenti annunciati nello stabilimento di Peschiera Borromeo (MI) avevano portato a uno stato di agitazione diffuso anche fuori dai confini della Lombardia. Nello sciopero dello scorso 29 gennaio, i lavoratori TNT erano stati in prima fila nella giornata di lotta.
Oggi, a un anno da quando Confindustria chiedeva di tenere aperte le fabbriche, mentre i sindacalisti arrestati distribuivano mascherine e viveri al personale sanitario e alle classi popolari, centinaia di giovani del Fronte della Gioventù Comunista sono scesi in piazza a fianco dei lavoratori di Piacenza, per unire la propria voce a quella di chi mette a nudo questo sistema marcio, mettendolo di fronte alle sue ingiustizie. Il presidio statico è stato inizialmente caratterizzato da continue provocazioni della Questura, la quale ha confinato i manifestanti in una stretta sezione del viale di ritrovo, provocando volutamente assembramenti indesiderati. L’intento era chiaramente quello di mettere in cattiva luce i manifestanti ed eventualmente cercare lo scontro. Per senso di responsabilità, il presidio si è immediatamente spostato nel parcheggio Cheope adiacente al viale.
Se è vero che ognuno si sceglie i propri eroi, è a partire da piazze come questa che vogliamo lanciare il nostro messaggio: noi i nostri eroi ce li siamo scelti, e sono gli operai della TNT di Piacenza.