Le tracce del passato industriale di San Leonardo? Il caso dell’ex Bormioli tra speculazioni private e scelte pubbliche dissennate

del Comitato di quartiere “San Leonardo Solidale”

Apprendiamo dalla stampa e dalla giusta segnalazione del Comitato Manifesto per San Leonardo dell’inizio dei lavori per la costruzione del nuovo centro sportivo che sorgerà sui terreni dell’ex Cral della Vetreria Bormioli Rocco (strada Naviglio Alto). Questa operazione per il nostro quartiere non significa solo un altro cantiere, altro cemento, altri spazi verdi sottratti alla comunità, altro inquinamento: l’area dell’ex Cral Bormioli, per San Leonardo e la sua gente, rappresenta qualcosa di più: per questo, come residenti e amanti del nostro quartiere, ci sentiamo in dovere di mettere nero su bianco alcune questioni.

Andiamo con ordine e partiamo dall’inizio.

Come dice il nome, l’area in cui da pochi giorni sono iniziati i lavori tempo fa era un luogo sociale, di incontro e di relazioni: era infatti il circolo dei lavoratori della Vetreria Bormioli Rocco (CRAL: Circolo Ricreativo Assistenziale dei Lavoratori), che avevano ottenuto questo spazio a seguito di lunghe e radicali mobilitazioni e lo utilizzavano per attività sportive, ludiche, ed anche sociali: sono state numerosissime le occasioni in cui il circolo si è aperto al quartiere attraverso feste ed iniziative di volontariato.

Dopo la chiusura della Vetreria l’area del Cral è stata oggetto di uno “scambio” tra il Comune e la BRF Property Spa, in base al quale, riassumendo ai minimi termini, il privato si prendeva l’area (centrale e storica) degli stabilimenti (via San Leonardo) mentre il pubblico  otteneva un’area ben più periferica, di valore economico forse uguale ma assai inferiore dal punto di vista della fruibilità e dell’uso sociale – per i dettagli di questa operazione si veda la delibera comunale 61 del 30 luglio 2015, disponibile qui Ricerca Atti (comune.parma.it) -.

A (parziale) compensazione di questo scambio evidentemente ineguale e svantaggioso per il pubblico, nell’accordo erano stati inseriti degli obblighi urbanistici a carico dei privati, di cui, ad oggi, notiamo solo la costruzione dell’ennesimo Supermercato (come se non ce ne fossero già abbastanza nel nostro quartiere; oltre il danno, la beffa). Un’operazione urbanistica dunque davvero squilibrata, dove i privati coinvolti prendono tanto e il pubblico ci rimette: nello specifico San Leonardo perde un’area centrale, intimamente legata alla sua identità e alla sua storia, guadagnandone una periferica, e sul cui futuro ancora molti dubbi permangono.

Come concretamente funzionerà il futuro centro sportivo al momento non è dato sapere: non sappiamo se la gestione sarà pubblica o privata, se ci si potrà accedere liberamente, quali modifiche alla viabilità saranno realizzate, come sarà gestito il “modesto” parcheggio (77 posti auto e 9 posti pullman), che ruolo assumeranno le società sportive… tante domande a cui ad oggi non è stata data alcuna risposta.

Così, mentre l’incertezza domina riguardo a ciò che come cittadini avremo ottenuto da questo “scambio” impari, quello che è certo e definitivo è la privatizzazione dell’area industriale della Bormioli, di cui, a quanto sappiamo, non rimarrà che l’edificio centrale; il quartiere perde così un luogo simbolico e storico, che verrà irrimediabilmente modificato dagli interessi dei nuovi proprietari.

Una perdita doppiamente dannosa in quanto da anni viene portata avanti la richiesta di istituire un Cento Culturale  proprio nell’area dell’ex Bormioli; la privatizzazione mette una pietra tombale su questa ipotesi, che sarebbe andata incontro alle vere esigenze della popolazione del quartiere (nel quale, ricordiamo, servizi di base e luoghi culturali e sociali sono davvero esigui).

Per questi motivi crediamo che la questione dell’ex Cral Bormioli sia più che un altro cantiere, altro cemento, altri disagi e altro verde sottratto alla comunità: rappresenta un esempio di come le amministrazioni comunali si sono rapportate e si rapportano con San Leonardo e con le altre aree periferiche della città.

Complice anche un piano urbanistico regionale sfrontatamente favorevole ai privati, negli ultimi anni il nostro quartiere è stato teatro di varie operazioni urbanistiche, sempre calate dall’alto e spesso nell’interesse degli imprenditori coinvolti ed a danno della collettività: basti pensare alla crescita esponenziale dei punti della Grande Distribuzione Organizzata che in quartiere sono cresciuti come funghi.

Come residenti di San Leonardo ci permettiamo di segnalare all’Amministrazione che il nostro quartiere non ha bisogno di operazioni di questo tipo; ne abbiamo già viste tante ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Al contrario ci teniamo a far presente che vivendo ogni giorno il nostro quartiere, oltre ad essere ben consapevoli delle sue vere criticità, abbiamo anche idee precise per migliorarne la fisionomia, l’estetica e la funzionalità; rimanendo al tema sportivo, ad esempio, invece di pensare ad imponenti strutture (la cui gestione, dati i costi, prevediamo sarà affidata a privati), crediamo siano più utili progetti davvero pubblici, accessibili a tutti: il modello a cui aspiriamo è quello dei parchi attrezzati per l’attività sportiva, come il parco di via Lirone a Castelmaggiore (Bologna) – detto per inciso, il parco Nord sarebbe perfetto per una “riqualificazione” di questo genere – .

La nostra comunità, mista e laboriosa, ha bisogno di altro rispetto a quanto prospettato finora: vuole parchi puliti, una viabilità meno invasiva, sportelli di sostegno alla povertà e all’inclusione, luoghi sociali aperti alla cittadinanza, centri culturali, più spazi verdi e, soprattutto, vuole essere protagonista di questi cambiamenti.