Se l’unica cultura ammessa è quella del profitto

da Potere al Popolo Parma

Il presidio del 1° luglio sotto il Municipio in solidarietà delle direttrici revocate

Di punto in bianco senza lavoro, con una mail. È un’esperienza sempre più comune oggi ed è successo anche alla direzione artistica del Teatro delle Briciole: Armenzoni, Belledi e Baruffini si sono ritrovate con un contratto non rinnovato, di punto in bianco, da parte di Fondazione Solares che gestisce il Teatro e altri enti culturali cittadini come il cinema Edison. Le dirette interessate hanno fatto sentire la loro voce in una conferenza stampa in cui non rilevano alcun tipo di motivazione oggettiva alla revoca del loro incarico, visti i buoni risultati in termini di risposta di pubblico ed economici del teatro negli ultimi 15 anni, e avanzavano dubbi sull’utilizzo di alcuni fondi. Emerge così una situazione a molti nota da tempo, ma mai raccontata, di mesi di stipendi arretrati, di fornitori non pagati, utenze staccate…

Uno squarcio nel sipario di Parma 2020 che ci mostra quello che solitamente rimane dietro ai palchi, che si può leggere tra le righe dei comunicati stampa o degli annunci trionfanti di Parma caput mundi. Il mondo della cultura è esattamente come il mondo che lo circonda e lo dominano le stesse regole: quelle del profitto, del contenimento dei costi, degli stage di lavoro gratuito. Il mondo degli “eventi”, che ha sostituito quello della cultura e viene spacciato come tale. Una volta che questa logica entra nel circuito, non c’è moralità individuale che tenga, non ci sono valori o principi ad arginarla. Neppure la direzione artistica di un teatro può permettersi di mettere in discussione le scelte dell’ente gestore: è vietato parlare al conducente, se si sgarra, si paga. Figuriamoci quanto contino le voci, i pareri e le condizioni di lavoro di tecnici e maestranze dei teatri. Uno spettacolo che mette in scena la realtà in modo esemplare, che racconta un mondo in cui obbedire, rimanere in silenzio e lavorare a qualsiasi costo, magari ringraziando per l’esperienza, è la normalità.

Una normalità che è dura da accettare, almeno per noi. Non crediamo che la logica di impresa sia l’unica logica possibile, anzi. Siamo convinti che la cultura e la partecipazione attiva di tutti i lavoratori siano importanti non solo a parole, nei bei proclami, ma prima di tutto nel rispetto delle persone che lavorano, come in ogni altro ambito. Per questo è necessario non fare finta di niente, sospirando che in fondo non c’è nulla da fare, che va così da sempre. È importante far sentire la presenza, la vicinanza, e fare in modo che questo evento possa far luce sul retrobottega malconcio della Parma Capitale della Cultura.