da Rifondazione comunista Parma
Si continua a parlare di espansione dell’Aeroporto Giuseppe Verdi di Parma, con una sua parziale o totale conversione al traffico cargo. Siamo allarmati e fermamente contrari rispetto a questa prospettiva e ci preoccupa l’accordo presentato nella conferenza stampa di mercoledì 16 gennaio scorso dai presidenti di SO.GE.A.P., presidenti di Regione, Provincia, Unione Industriali e dal sindaco di Parma Pizzarotti. Una conferenza finalizzata più alla propaganda che all’informazione, nel corso della quale si sono snocciolati, in modo generico, i soliti luoghi comuni (progresso, sviluppo, occupazione, crescita, futuro, globalizzazione…) senza definire alcun dato concreto, oggettivamente valutabile, sulla sostenibilità economica e ambientale dell’opera.
Consideriamo grave che non sia stata spesa una parola per rispondere alle preoccupazioni in merito alla sicurezza, alla vivibilità e all’impatto ambientale del progetto, in un territorio nel quale già l’aeroporto attuale, insieme ad altre opere e infrastrutture, si inserisce in modo estremamente invasivo.
Non una parola a proposito del connubio problematico (per usare un eufemismo) dell’aeroporto cargo con il mega centro commerciale previsto a ridosso. Non una parola a proposito dell’inchiesta da parte della magistratura sull’incompatibilità delle due strutture, in base alle normative sulla sicurezza. Senza una credibile risposta a queste emergenze, Comune e Regione si assumono pesanti responsabilità, confermando la disponibilità a sostenere il progetto di espansione e riconversione cargo, con investimenti per 12 milioni e 5 milioni rispettivamente.
Nella conferenza stampa di mercoledì si è parlato molto di futuro, forse per distogliere dalla presente situazione fallimentare; si è sostenuto che il futuro del trasporto di passeggeri e merci è nell’aereo e pertanto non dobbiamo farci trovare impreparati a un prevedibile costante incremento dei voli. Ma è un dato di fatto che l’aereo, tra i mezzi di trasporto, è di gran lunga il più inquinante e dipende inevitabilmente da combustibili fossili. Non sono questioni da poco, parlando di futuro. Ci chiediamo se davvero si ritiene non esistano altre possibilità di sviluppo che fare di Parma un polo di smistamento merci, considerando che la nostra città si trova già a pochissima distanza da importanti scali aeroportuali per traffico passeggeri e merci.
Parafrasando Tacito, ancora una volta, là dove fanno disastri per molti e profitti per pochi, quello chiamano futuro.