da Comitato No Pillon
Come comitato No Pillon rispondiamo alla gravissima dichiarazione rilasciata ieri dal senatore Pillon e invitiamo tutte le realtà presenti con noi al presidio di venerdì scorso a fare altrettanto. A quante e quanti si chiedono come mai venerdì 15 novembre a Parma, sotto la pioggia, circa duecento persone erano presenti in piazza San Giovanni ad un presidio indetto dal Comitato No Pillon, risponde Pillon in persona: “Quando governeremo in Emilia si potranno fare convegni senza che nessuno manifesti contro”, così il senatore leghista Simone Pillon ha dichiarato a “La Stampa”.
Eccola qui la risposta. È sconcertante e inaccettabile che un senatore in democrazia possa affermare una cosa simile. Perché, se non fosse chiaro, quando si vuole eliminare il dissenso non si governa, si comanda. Ed è proprio questo che vorrebbero fare Pillon e la sua ghenga.
Non bastavano le richieste di pieni poteri, anche il senatore col farfallino si allinea alle minacce che può fare unicamente chi, più che convincere, vuole solo vincere con la forza. E di forza ce ne vuole tanta a chi è uscito dal retro per non affrontare chi, come noi, semplicemente manifestava la propria contrarietà a un decreto che va a colpire i bambini e le donne, che nega l’esistenza della violenza di genere, che impone ai bambini di stare con i padri maltrattanti in una logica di bigenitorialità perfetta e alle mogli di mediare con mariti violenti e che va a ledere diritti conquistati dalle donne in anni di battaglie.
Il ddl Pillon doveva essere archiviato, messo in un cassetto e dimenticato per sempre e invece ieri è stato presentato in un convegno di formazione organizzato dalla Camera civile di Parma.
“Senza che nessuno manifesti contro”, così vorrebbe far approvare il suo progetto di legge, Pillon. Beh, il senatore non ha messo in conto che a Verona a “manifestare contro” i suoi feti di gomma, contro la sua visione retrograda e oscurantista della donna, contro la sua famiglia “naturale” e “tradizionale” eravamo una marea e che saremo sempre di più a gridare: “NON SIA MAI PILLON”, e a chiedere che questo disegno di legge venga archiviato definitivamente, insieme alle minacce alla libertà democratica di espressione.