da Officina Popolare Parma
Anche nella nostra città, lunedì 19 febbraio, farà sosta il cosiddetto Treno del Ricordo, l’ennesimo tentativo di revisionismo storico rispetto al Ventennio fascista. Vorrebbero cancellare il ricordo degli oltre 700mila slavi trucidati dai nazifascisti e il milione di morti causato dalla guerra in quelle terre. Questi numeri basterebbero da soli a comprendere la situazione che si era venuta ad instaurare al termine della guerra, con la sconfitta della Germania Nazista e dei suoi alleati, tra cui il Governo italiano fino all’8 settembre del ’43, e successivamente la Repubblica di Salò.
Vari documenti dimostrano come gli impeti xenofobi, in seno alla comunità italiana di quei territori contesi, si siano abbattuti con estrema violenza sulla popolazione locale, che dal ’43 in poi iniziò ad organizzarsi in formazioni di resistenza.
Emblematica è l’immagine della partigiana Ruza Petrovic, a cui furono strappati entrambi gli occhi dai fascisti italiani in Istria. Ancora, a conferma dell’imperialismo fascista citiamo una canzone che veniva insegnata ai bambini italiani a Pisino nel 1925, dal titolo “In fondo alla foiba”, dove secondo il testo sarebbero dovuti finire coloro che non avessero sostenuto la patria italiana. Pisino è un centro istriano in terra croata, occupato prima dall’impero austroungarico e poi negli anni Venti del Novecento dall’Italia e fu appunto teatro di odio razziale e atrocità durante l’occupazione fascista.
Gli unici treni che ricordiamo sono quelli che portarono migliaia di innocenti, antifascisti, dissidenti, appartenenti a minoranze etniche e religiose, deportati verso le camere a gas e i forni crematori di Auschwitz, Mauthausen, Dachau, con la criminale complicità del regime mussoliniano, tanto caro a vari esponenti di questo Governo.
Al presidio hanno aderito Anppia Parma, Parma por Cuba, Rifondazione Comunista Parma e Costituente Comunista