da La Paz Antiracist Football Club
Questo comunicato nasce dalla necessità di dare risposta ad una domanda che tante persone ci hanno posto, e che forse anche noi stessi ci siam fatti. “Perché lo fate?”. La Paz nasce nel 2010 come progetto sociale e sportivo basato sull’idea che il calcio possa essere uno strumento per combattere le discriminazioni e per promuovere la diffusione dello sport nella vita sociale. Da sempre la squadra è stata portavoce dei valori fondativi dell’UISP e da nove anni partecipa ai campionati provinciali e ad eventi nazionali organizzati dall’Unione Italiana Sport Per Tutti. La Paz non è una semplice squadra di calcio, ma è un ampio progetto sociale e politico che trova forma in una società sportiva basata sull’azionariato popolare che conta circa cento soci. Quando abbiamo deciso di dare forma a questo percorso eravamo consapevoli del fatto che il sistema calcio si stesse avviando verso un desolante cammino di mercificazione basato esclusivamente sul business dei diritti tv e delle scommesse, tuttavia non potevamo restare indifferenti rinunciando a questa immensa passione. Avevamo voglia e competenze, zero soldi e tanta determinazione.
Ci siamo posti come elemento di rottura (come noi tante altre realtà in giro per l’Italia) e abbiamo iniziato a praticare questo sport in maniera gratuita e collettiva, basando ogni attività sull’autogestione e sull’autofinanziamento. Tantissime persone di ogni età, sesso e provenienza, hanno iniziato a seguirci credendo fermamente che il calcio è della gente, del popolo, e non degli speculatori di turno. Lo abbiamo fatto associando alla passione per il pallone quello che è il nostro stile di vita, quelli che sono i nostri valori. Noi siamo antirazzisti, antifascisti, antisessisti. Noi odiamo il razzismo in tutte le sue forme e perciò lo combattiamo con ogni mezzo necessario e possibile. Siamo contro ogni forma di discriminazione. La nostra squadra è aperta a tutti e tutte senza distinzione di sesso, identità di genere, colore, altezza e religione. Noi crediamo fermamente nell’uguaglianza e riteniamo che attraverso l’aggregazione e l’interazione si possano abbattere stereotipi e pregiudizi imposti dalla società normalizzata, pregiudizi contro i quali ci scontriamo nel nostro agire quotidiano. Siamo quindi antifascisti, nel senso più ampio del termine, perché amiamo la libertà e lottiamo contro le ingiustizie sociali derivanti da questo sistema economico, iniquo e oppressore delle classi sociali più deboli; noi abbiamo una visione del mondo che va al di là dei confini nazionali imposti. Siamo quelli che si emozionano ancora guardando i bambini giocare a pallone insieme nelle piazze e nei vicoli di qualsiasi angolo del mondo. Crediamo fermamente che il calcio sia davvero uno sport senza frontiere né nazioni e che nessuno possa rivendicarne la proprietà.
Il duro lavoro di questi nove anni, le difficoltà vissute come qualsiasi società sportiva, i calci dati e ricevuti per la provincia di Parma, ci portano a ritenere giusto e indispensabile continuare a camminare lungo questa strada e ribadire a voce alta, oggi più che mai, che esiste un modo diverso di vivere la società e il nostro tempo. Crediamo nel cambiamento radicale dello stato di cose presenti. Ecco perché lo facciamo. E lo facciamo nel modo più semplice possibile: giocando a pallone. Perché siamo fermamente convinti che il calcio, come ogni sport di contatto, crea fratellanza, perché chi gioca condivide necessariamente sudore e sangue, risate e lacrime. Perché sangue e sudore non hanno colore. Un altro calcio è possibile, un altro mondo è necessario.