La ICC Compensati di Colorno, azienda del settore legno e imballaggi, ha interrotto senza alcun preavviso il rapporto con la società in appalto Job Parma, rifiutandosi di pagarle l’ultima fattura destinata al versamento degli stipendi dei lavoratori. La Job Parma, a sua volta, sostiene di non avere le risorse per saldare i salari arretrati e scarica la responsabilità su ICC. Tuttavia, la responsabilità è chiaramente di entrambe le aziende: la Job Parma non ha accantonato né i fondi per il TFR né le somme necessarie a garantire i diritti dei propri dipendenti.
È un giudizio condiviso che le manifestazioni per la Palestina, culminate il 22 settembre, abbiano raggiunto un successo mai visto nella storia recente, non solo per i numeri dei manifestanti, ma anche per il sostegno della popolazione civile, che al passaggio dei cortei, solidarizzava e si riconosceva in qualche modo negli slogan dei manifestanti, applaudendo, facendo suonare le sirene, i clakson, alzando i pugni….
Stanno prendendo posizione contro il genocidio in corso intere categorie sociali, in forza del lavoro che svolgono, del ruolo che rivestono, del posto che occupano nella società. Non si era mai visto che anche i preti, in quanto tali, organizzassero un corteo e decidessero di manifestare, di prendere la parola nello spazio pubblico per dire che la neutralità non è un’opzione ma complicità. Come a dire che non potrei più fare il prete e predicare, il medico e curare, l’artista e recitare, l’insegnante e insegnare, senza prendere posizione, senza dire da che parte sto della storia. Senza dire perché preghiamo, insegniamo, curiamo, a quale fine, per quale umanità, per quale convivenza di uomini, donne, popoli, per quali diritti, e quali punti di riferimento certi. Come se la neutralità o l’indifferenza tradissero la precarietà di ogni senso, lo sfaldamento di quei riferimenti che ci guidano lungo il sentiero percorso nella nostra vita, perché poggi su un senso.
Premiare il volontariato nel settore culturale, senza preoccuparsi di risolvere e stabilizzare un settore fortemente a rischio, è una dichiarazione di irresponsabilità. Significa tradire quelli che si vogliono protagonisti di una capitale dei giovani, ma contemporaneamente vengono lasciati nel precariato o nell’unica chiamata certa da parte del Comune: il volontariato specializzato. Continue reading “Le scarpe rotte dei lavoratori della cultura”
Mentre me ne tornavo dal corteo, stringevo forte il garofano rosso tra le mani. Ero incupita, forse qualche lacrima mi è pure scappata. Avendo molti lustri sulle spalle, mi è diventato insopportabile assistere allo scempio che è stato fatto della forza e della conflittualità del mondo del lavoro. Continue reading “Un tristissimo Primo maggio”
Germania, novembre 2023, sciopero nelle ferrovie di 20 ore senza precettazione, come avviene in qualche altro paese europeo, alta adesione e circa 270 treni merci fermati. Siamo a novembre 2023[1]. Il sindacato dei macchinisti Gdl ha rifiutato l’offerta di Deutsche Bahn di un aumento dell’11% della retribuzione e di un bonus per l’inflazione di 2.850 euro. Le richieste includono un aumento della paga mensile di 555 euro e una settimana lavorativa di quattro giorni (per un totale di 35 ore) con compensazione completa. Lo sciopero potrebbe continuare per settimane in quanto il sindacato dei macchinisti, ha votato. Il 97% di loro si è espresso a favore della dimostrazione a tempo indeterminato. A marzo sciopero di 24 ore di aeroporti, treni e bus. Lo sciopero è tra i più grandi dagli anni ’90. I sindacati stanno facendo pressione per salari più alti, a fronte di alti livelli di inflazione e del rapido aumento dei prezzi dell’energia[2]. Continue reading “William Benbow 1830, Scioperi in Europa 2023. Parte 2”
Caricatura di William Benbow sulla rivista “Punch” (1848).
«Da molti anni il popolo non ha fatto niente per sé stesso. Non è neanche esistito perché non ha potuto godere effettivamente la propria vita. La sua esistenza è servita ad altri, procurando loro tutti i piaceri della vita; esso è stato in rapporto a se stesso, come un non-essere… quale lavoratore può affermare di vivere veramente? A meno che non si voglia dire che egli vive quando deperisce a fuoco lento, producendo, con lo stomaco vuoto e le membra spossate, ciò che serve a far vivere altri uomini. L’esistenza dell’operaio è negativa. È vivo per la produzione, la miseria, la schiavitù, morto per la gioia e la felicità… Il popolo è lo zimbello della società»[2].
Chiare quanto provocatorie sono le riflessioni che William Benbow, membro irrequieto della National Union of the Working Classes and Others fondata nell’aprile 1831 dai discepoli di Owen, lascia su un opuscoletto di quindici pagine pubblicato a Londra nel 1832 intitolato Grand National Holidayand Congress of the Productive Classes[3]. Benbow non si preoccupa di trovare una spiegazione scientifica del fenomeno che denuncia ma si limita a constatare il fatto. Benbow non è un intellettuale di professione: calzolaio, cabarettista, poi libraio e infine direttore di un cafè chantant. Il suo nome appare nelle controversie dei riformatori di Manchester a partire dal 1816. Continue reading “William Benbow 1830. Scioperi in Europa 2023. Parte 1”
Con questo articolo iniziamo una serie di interventi sul tema della demografia con l’intento di metterne in evidenza l’uso strumentale e gli interessi di classe che si celano dietro l’apparente neutralità dei suoi parametri [ndr].
Come molti certamente sanno, la Demografia è la scienza che cerca di dare risposte ai processi che portano alla formazione, al consolidamento e all’accrescimento o all’estinzione delle popolazioni. È una disciplina giovane che si è consolidata soprattutto con il trionfo dell’attuale sistema economico, ma di estrema importanza per comprendere le dinamiche e il funzionamento della nostra società. Continue reading “La demografia al servizio dei potenti”
Sono giovani, forti, per certi aspetti privilegiati rispetto a migliaia di immigrati come loro: un lavoro l’avevano trovato, ai magazzini Kamila di Parma, grande centro logistico che rifornisce i supermercati Coop, quelli che assicurano che “La coop sei tu”. Ma l’hanno perso, 31 di loro, raggiunti da una raffica di lettere di licenziamento, pesanti come proiettili dritti al cuore. E se dentro non possono più stare, ora stanno lì fuori, davanti ai cancelli in presidio. Continue reading “La Coop sei tu?”
Alle grandi aziende piace vestire i panni dell’impresa responsabile, rispettosa dell’ambiente, attenta alla comunità e via dicendo. Coop Alleanza 3.0 non fa eccezione, con slogan e grandi campagne pubblicitarie che puntano proprio sul valore etico di questo colosso. La facciata è colorata e rassicurante ma il retrobottega lo è decisamente meno: chi lavora per fare arrivare i prodotti sugli scaffali dei supermercati potrebbe raccontare una storia molto diversa rispetto a quella studiata con precisione statistica dagli esperti di marketing. Continue reading “Solidarietà con i lavoratori del Kamila in lotta”