Premio Sant’Ilario alla “Gazzetta”: un omaggio politico ai padroni della città

la Redazione

Il premio Sant’Ilario dovrebbe essere conferito, secondo statuto, a coloro che hanno contribuito a “rendere migliore la vita dei singoli e della comunità o ad elevare il prestigio della città”. Quest’anno una medaglia d’oro è andata alla “Gazzetta di Parma”, con una motivazione che inizia così: “è il più antico quotidiano italiano: il primo numero posseduto è del 19 aprile 1735, ma è certo che esistesse da prima. Da 285 anni racconta gli eventi e i personaggi del territorio, cercando sempre di essere lo specchio della città e della provincia”. Certo è bello che un giornale manifesti, con lodevole, emblematica franchezza, il proprio carattere menzognero ponendo per decenni sotto la testata una menzogna: “Fondato nel 1735”. Continue reading “Premio Sant’Ilario alla “Gazzetta”: un omaggio politico ai padroni della città”

Tutti dicono “Gazzetta”

di Marco Severo

In fondo l’aspettavamo da anni, ad ogni giro di premiazione speravamo che fosse la volta buona. Vedrai che prima o poi arriverà. L’abbiamo tenuta al caldo, cullata nell’intimità più segreta ma anche nell’evidenza dei desideri più sfrenati. Chiunque a Parma teneva il conto, sfogliava i nomi dei candidati, votava e faceva votare. Ma come mai, ci si interrogava ovunque, in coda all’Esselunga o allo spritz al Gavanasa, come mai, sì, insomma com’è possibile che la Gazzetta di Parma non abbia ancora ricevuto il premio Sant’Ilario? Continue reading “Tutti dicono “Gazzetta””

Una società degli uomini e per gli uomini?

da Comitato No Pillon – L’otto anche domani

Sulla volta della sala del Consiglio comunale, nel 1885, Girolamo Magnani e Cecrope Barilli affrescarono otto medaglioni di personalità illustri, che avevano dato gloria e prestigio a Parma e che, dunque, sarebbero stati destinati ad imperitura memoria, impressi per sempre nella sala più importante della città. Continue reading “Una società degli uomini e per gli uomini?”

C’è vita oltre il giornalismo (precario)

di Marco Severo

Sosteneva un vecchio cronista, alla scuola di giornalismo, di saper scrivere in qualsiasi condizione, anche la più critica, persino sospeso «a quel lampadario lassù». Ogni volta, l’intera classe alzava gli occhi al lampadario provandosi a immaginare il vecchio penzolante cronista che batteva alla tastiera. «Oppure – proseguiva quello – scrivo mentre mangio un panino al prosciutto, o mentre avvito il manico della pentola di mia moglie, la quale puntualmente mi domanda: “Non dovevi scrivere un articolo?”, e io: “Certo, infatti lo sto scrivendo. A mente!”». Il tono era compiaciuto, ammiccante. La gag puntava allo stupore e chiedeva ammirazione. La morale era chiara, in qualsiasi situazione il vecchio cronista avrebbe portato a termine il suo lavoro, perché il suo lavoro era scrivere. Scrivere sempre, in ogni caso. Continue reading “C’è vita oltre il giornalismo (precario)”