Israele e PD: le relazioni pericolose

di Sofia Bacchini

L’ambasciatore israeliano Dror Eydar e il governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini

Il 21 luglio i bulldozer dell’esercito israeliano hanno raso al suolo una clinica dedicata al trattamento del Covid-19, costruita grazie al supporto delle autorità locali e della solidarietà popolare ad al-Khalil (Hebron), una delle città palestinesi più colpite dal virus. Al-Khalil si trova all’interno dell’Area C, una delle varie suddivisioni amministrative in cui è stata smembrata la Cisgiordania a seguito degli accordi di Oslo del 1991. Si tratta di un’area posta sotto il controllo militare dell’esercito israeliano, che può imporre qualsiasi tipo di decisione. Come, ad esempio, distruggere un ospedale durante un’emergenza sanitaria mondiale. Continue reading “Israele e PD: le relazioni pericolose”

Dear white people

di Giovanni Luzzini

So che la scrittura di questo testo pone una contraddizione con la tesi espressa, ma spero che mettendola per iscritto possa essere d’aiuto per stimolare una riflessione tra quelle persone bianche che si pensano (pensiamo) buoni alleati nelle battaglie antirazziste ma attualmente continuano (continuiamo) a essere parte del problema. Il primo spunto di riflessione è attorno al nodo della rimozione delle statue. Quando a Bristol i manifestanti hanno abbattuto la statua dell’eroe schiavista locale Edward Colston si è generato un effetto domino che ha colpito il mondo anglosassone. Continue reading “Dear white people”

Due madri, due storie diverse. Ma un solo finale: la paura di perdere tutto

da Potere al Popolo Parma

«Trovati un marito, così risolvi tutto». Immaginate di essere una madre, da sola con vostra figlia in un paesino di provincia, senza macchina e senza entrate. Dopo sette anni, vorreste anche solo un’opportunità di lavoro, per ricostruire finalmente la vostra indipendenza. Invece, siete a carico di un programma di assistenza la cui unica risposta è questa: trovati un marito. Forse, però, qualcuno di voi potrebbe avere qualche difficoltà a immedesimarsi in una donna straniera, che sta ancora perfezionando il suo italiano e il colore della sua pelle è un po’ diverso dalla naturale bianchezza “ariana”. Va bene, proviamone un’altra, allora.

Continue reading “Due madri, due storie diverse. Ma un solo finale: la paura di perdere tutto”

L’indipendenza della stampa e la felicità degli Agnelli

di Francesco Antuofermo

John Elkann (Foto: Fabio Cimaglia / LaPresse)

Il conflitto tra genitori e figli? Una storia che parte da molto lontano. Nella famiglia per eccellenza, per esempio, quella che assunse dimora sul Monte Olimpo, il terribile padre Urano (il Cielo), timoroso di perdere la signoria del mondo, reintroduceva a forza nell’utero i figli concepiti da Gea (la Terra). La pratica durò finché uno dei figli, Crono (il Tempo), decise di evirarlo con un falcetto… A sua volta Crono padre si metterà poi a divorare i figli per paura di essere detronizzato suo malgrado. Continue reading “L’indipendenza della stampa e la felicità degli Agnelli”

La storia di Marta: ecco cosa succede quando il welfare diventa un “peso”

da Potere a Popolo Parma

«Con quattro bambini in 50 metri quadri, per cui pagavamo 700 euro al mese». Questa è la storia di Marta (nome che usiamo per rispettare la sua privacy), una delle tante, troppe storie che raccontano del nostro tessuto sociale logoro e rattoppato mille volte, su cui ogni tanto la politica mette qualche pezza a favore di telecamera, ma che non ha nessuna intenzione di cambiare davvero. Continue reading “La storia di Marta: ecco cosa succede quando il welfare diventa un “peso””

C’è l’infodemia, signora mia!

di Marco Severo

Il vecchio prof di Teoria della comunicazione, alla scuola di giornalismo, era solito mettere in guardia gli allievi circa una serie di vizi e degenerazioni della professione giornalistica riscontrabili nella figura da lui definita del “riempitore di pagine”. Era un attimo e si finiva per diventare riempitori di pagine, sosteneva. Magari si partiva con le migliori intenzioni, ottime letture, idealismo e romanticismo e tutto quanto, poi niente: riempitori di pagine. Continue reading “C’è l’infodemia, signora mia!”

Black Lives Matter in assemblea: “Il razzismo è sistemico. E Parma non fa eccezione” (FOTO)

di Igor Micciola

Chi si aspettava di vedere poco più dei soliti noti, irriducibili militanti di minoranze “sinistrorse”, è stato costretto a rimandare l’appuntamento con la propria soddisfazione. O rassegnazione, secondo i casi. Ieri pomeriggio, alle 18.00 in piazzale della Pace a Parma, centinaia di persone si sono riunite intorno allo striscione “We can’t breathe – Black Lives Matter”: nelle intenzioni degli organizzatori (Art Lab, Collettivo La Rage e Post) l’evento era pensato come un’assemblea pubblica antirazzista, per dare seguito a quella piazza del 9 giugno in cui migliaia si sono inginocchiati a pugno alzato. Continue reading “Black Lives Matter in assemblea: “Il razzismo è sistemico. E Parma non fa eccezione” (FOTO)”

Per un femminismo iconoclasta

di Anna Giulia Della Puppa

Montanelli, ormai finalmente questa cosa è una dato assodato e conosciuto dai più, fu, oltre che un fascista impegnato nell’impresa coloniale d’Africa, uno stupratore e un pedofilo (e quindi un colono a tutti gli effetti). Nessuno dei suoi difensori si sogna più di dire che così non fosse. Tutti, piuttosto, invitano a “contestualizzare”: il periodo storico, la cultura del tempo… Continue reading “Per un femminismo iconoclasta”

Qualcuno ha il cellulare di Banksy?

di Marco Severo

Lo sprovveduto automobilista che, anni fa, si trovò ad attraversare l’Appennino centrale tra Lazio e Abruzzo fu colto da una specie di sincope allorché nei pressi di Antrodoco, in provincia di Rieti, levò gli occhi sopra l’orizzonte. Come un’epifania inattesa del passato, era esplosa dietro una curva un’enorme scritta sul fianco di una montagna. “Dux”, vi si leggeva. La monumentale epigrafe era composta dagli alberi dei boschi, verde cupo sul giallo dei prati estivi. L’Appennino stesso, il suo paesaggio, cielo e terra, invocavano il Duce, Benito Mussolini, il fascismo: lì, oltre mezzo secolo dopo la caduta di un regime responsabile del biennio nero, del ventennio dittatoriale, della guerra d’Etiopia, della guerra di Spagna, delle leggi razziali, della seconda guerra mondiale, della Repubblica di Salò. Continue reading “Qualcuno ha il cellulare di Banksy?”