da Centro studi movimenti
Il 16 e 17 maggio dello scorso anno sono giorni che gli emiliano-romagnoli ricordano bene. Ben 350 milioni di metri cubi d’acqua si sono abbattuti nell’area orientale della regione. 100 i fiumi coinvolti, 23 i corsi d’acqua esondati, migliaia le frane tra collina e montagna. Una catastrofe senza precedenti per queste zone, figlia del cambiamento climatico e delle dannose politiche amministrative. A farne le spese, oltre a cittadini e paesi, è stato anche il mondo della cultura. Ne sa qualcosa la Biblioteca Libertaria Armando Borghi di Castel Bolognese, in provincia di Ravenna, che ha visto andare sott’acqua oltre un secolo di storia del movimento anarchico.
Con l’attuale denominazione, inizia l’attività nel 1985 ma eredita quella di una precedente Biblioteca costituita nel 1973, che a sua volta affondava le sue radici in un passato ancor più lontano. È il 1916, infatti, quando Nello Garavini e altri compagni fondano la Biblioteca Libertaria che, nel dopoguerra, troverà ospitalità nel circolo anarchico. Questo centro di cultura politica è costretto a chiudere i battenti con l’avvento del fascismo, per poi riaprire nell’Italia repubblicana. La rinata Biblioteca, nel corso degli anni, si è aperta all’intera comunità dei castellani e ai contributi di studiosi e membri del movimento anarchico e del socialismo libertario.
Con l’alluvione del 2023 molto del suo materiale è stato perso o ha subito danni considerevoli. Ora, a un anno da quegli eventi, dopo aver ripreso la sua attività, dopo aver pulito e riordinato i suoi spazi, la Biblioteca Borghi sta ampliando le sue collezioni di libri e riviste con nuove acquisizioni. Tra le tante anche una, piuttosto consistente, arrivata dal Centro studi movimenti di Parma: una donazione ingente di circa 300 titoli per la biblioteca e un centinaio di testate di riviste degli anni ’60, ’70 e ’80 per l’emeroteca. Si tratta di materiale doppio per il Centro studi di Parma ma mancante alla Biblioteca Borghi; potrà essere ora schedato e reso consultabile anche a Castel Bolognese. Il materiale è stato consegnato sabato scorso, 6 aprile. Un’iniziativa che ribadisce ancora una volta quanto cultura critica sia sinonimo di solidarietà e condivisione per una società più libera e giusta.